31.5.07

Ma perchè come bidello non ci sta Simon Le Bon?


Crisi in casa Sacchi:
Il piccolo Bruno fuma.
(Come dire, "figlio fuma...")

- Aò, ma nun ce diventerà tossicoripetente?

- Ma che c'entra, mica so' spinotti!











Certo, a vederlo adesso, emaciato e triste come un Costanzo post cura De Filippi
(non che prima il teatro Parioli in Roma mi allietasse le giornate, a dire il vero),
triste valletto della bambolina di porcellana Dalla Chiesa (m'hanno pure tolto lo scettro batticarne al buon Santi)
nell'aula di tribunale più urlante d'Italia...
Quel Forùm (pronunciato proprio così, un po' Oxford un po' Posillipo) che scandisce le giornate della mia nonetta...


Ma Bruno vogliamo ricordarcelo eroe di noi (eterni) bambini,
bel paciarott' vagamente montelliano (vedi il "figlio fuma"...) che, come noto, sembra un po' Cabrini...



30.5.07

Giù le mani dalla Democrazia!


Michael Moore, fuori concorso all'ultimo festival di Cannes con il suo Sicko - documentario sul sistema sanitario statunitense - risulta sotto inchiesta da parte delle autorita' federali statunitensi per sospetta contravvenzione dell'embargo su Cuba, che vieta ai cittadini statunitensi di instaurare rapporti commerciali con l'isola senza preventiva autorizzazione.

A riferirlo è la Associated Press, entrata in possesso della lettera informativa che il Dipartimento del Tesoro avrebbe inviato al regista.

Moore lo scorso marzo sarebbe infatti salpato da Miami approdando di fronte a Guantanamo, insieme a 10 volontari di Ground Zero, ammalatisi durante i soccorsi e che non potevano permettersi le cure a pagamento in patria.
All'ospedale della base americana
(dove, secondo fonti ufficiali, la somministrazione di farmaci ai prigionieri è gratuita) sono stati respinti ma presso un ospedale pubblico cubano pare abbiano ottenuto, gratuitamente, le cure necessarie.

Fin qui, niente di nuovo. Ci voleva il Pulitzer
Pierluigi Battista, vicedirettore del Corriere della Sera
- già vice del Gatto Giuliano in quel di Panorama -.

In un sagace articolo del 21 maggio sull'accoglienza riservata al cineasta americano sulla Croisette, leggiamo:
«Michael Moore ha tutte le ragioni nel rivendicare la libertà di dire la sua.
La piena, totale, incondizionata libertà di dire tutte le sciocchezze di cui è eventualmente capace e che, malgrado la loro enormità, gli consentiranno di diventare l'eroe del coraggio conculcato e il fiero smascheratore delle bugie del potere.
E dunque c'è solo da sperare che nessuno tocchi Michael Moore e che Bush receda dall'improvvida scelta di incriminare il regista reo di aver infranto la legge americana con il suo viaggio a Cuba per girare «Sicko», il docu-film presentato a Cannes con il solito contorno di applausi e ovazioni. Perché impedire a un artista eccelso di recarsi a Cuba per adulare il dittatore dell' Avana? Non è Michael Moore solo l' ultimo dei pellegrini politici mirabilmente descritti da Paul Hollander, quegli intellettuali devoti (poeti, scrittori, registi, giornalisti) che si recavano in processione in qualche paradiso del socialismo reale per tornarne commossi e incantati, e sempre più agguerriti nella denuncia delle malefatte capitalistiche? E infatti a Cannes sono caduti in deliquio per il regista che, dopo Fahrenheit 9/11, nel suo nuovo film accusa
l'America criminale di non aver tutelato la salute dei soccorritori di Ground Zero.
E che immagina di portare quei disgraziati a Guantanamo per usufruire della stessa assistenza gratuita dei detenuti di Al Qaeda, anche se lo sforzo sarà vano. E che dunque trasferisce i poveri malati nella Cuba di Castro, dove un magnifico servizio sanitario, sorretto dalla dedizione di magnifici medici, coadiuvato dall' impegno di un magnifico personale infermieristico, provvidenzialmente sotto la guida di un magnifico Partito (unico), provvederà alle cure delle vittime dell' arroganza yankee.
Perché a Cuba i malati vengono curati, mentre negli Stati Uniti ricchi e terribili se non hai i soldi sei abbandonato a te stesso. Perché la Cuba di Castro è molto, ma molto meglio della Cuba di Guantanamo in mano agli americani. Straordinaria alterazione del principio di realtà, poetico fantasticare attorno al nulla e alla menzogna. Perché è reale che il sistema sanitario degli Stati Uniti soffre di spaventose iniquità, ma che la Cuba del dispotismo castrista sia il luogo della cura e della civiltà, dell' altruismo e del disinteressato sacrificio di sé, questa è una pura invenzione, come testimoniano tutte, ma proprio tutte le organizzazioni umanitarie che denunciano lo stato miserevole dei diritti umani sotto il regime dell' Avana, la soppressione di ogni più elementare libertà, la caccia al dollaro che ha fatto di Cuba un bordello ancor più funzionante di quelli che sfolgoravano nel regno di Fulgencio Batista.
Sicko
di Moore appare perciò la rappresentazione artisticamente compiuta di quella tirannia della penitenza di cui ha scritto Pascal Bruckner a proposito delle società occidentali, un accecante odio di sé che smarrisce ogni misura nella denuncia delle nostre malefatte e cancella fino ad azzerarle quelle, ben altrimenti mostruose, di chi si erge a paladino dell'anti-Occidente, o dell'anti-America (che è più o meno la stessa cosa).
Moore riceverà applausi e osanna, molti tesseranno elogi per la temerarietà visionaria della sua poetica, l'azione giudiziaria promossa dal governo americano illuminerà sul capo del grande regista l'aureola della santità e del martirio. I cubani non ignari del fatto che di funzionante a Cuba si segnala non tanto il sistema sanitario, ma quello carcerario,
assisteranno increduli all'apoteosi hollywoodiana di un regime oppressivo e asfissiante.
Complimenti a Michael Moore, genio della comunicazione. E della mistificazione».

Come al solito, vorrei limitarmi a segnalare le mie personali disfunzioni biliari post lettura, lasciandovi poi trarre le conclusioni che credete.

Mi sembra però opportuno integrare certa vaghezza del Pulitzer cui supra nell'argomentare la mistificazione anti-America, o anti-Occidente (che, pare, siano la stessa cosa..) di quel comunista filo-talebano di Michael Moore.


Il 19 settembre 2005 è stato formato a Cuba un corpo medico specializzato in catastrofi naturali in occasione dell'uragano Katrina. Agli Stati Uniti, che hanno rifiutato l’offerta, era stato proposto l’invio di più di 1000 medici per le cure necessarie alla popolazione di New Orleans. Medici cubani erano stati già inviati in precedenza in Perù nel 1970, in Venezuela nel 1999, in Sri Lanka e Indonesia nel 2004 e in Guatemala nel 2005 in occasione di catastrofi naturali. Dal 2004 è attiva l’Operazione Milagro per la quale sono stati operati gratuitamente e hanno recuperato la vista circa 400 mila pazienti in 28 stati. Nel 2005 si è tenuto un incontro mondiale presso l’Istituto di Medicina Tropicale Pedro Kouri nel Polo Scientifico dell’Ovest dell’Avana, patrocinato dal Governo della Svizzera e dall’OMS a cui hanno partecipato in un corso della durata di 11 giorni importanti figure della ricerca medica specializzata di 5 paesi industrializzati e del personale delle Nazioni Unite. Il governo cubano ha preparato come medici più di 10.000 giovani di tutto il mondo, compresi statunitensi, di umili origini, accogliendoli gratuitamente presso l’Università Latino-americana di Medicina. E’ stato offerto loro il materiale, il vitto, l’alloggio nonché un buono di 100 pesos per le spese.
Nel 2006 il Programma Mondiale Alimentare (PMA) delle Nazioni Unite ha decretato Cuba l’unico paese del continente americano (compresi gli USA) libero dalla denutrizione, ma soprattutto libero dalla denutrizione infantile.


Venendo invece all’assistenza sanitaria negli Stati Uniti
, si potrebbe ricordare la vicenda di Wayne Schenk, ammalatosi di cancro ai polmoni che non ha potuto curarsi in quanto la sua assicurazione da veterano dei marines (era stato in Libano) prevedeva solo le cure base e un ciclo di chemioterapia. Secondo i medici, un ulteriore anno di vita sarebbe costato 125 mila dollari subito e 250 mila per un successivo ciclo di chemioterapia. Wayne vinse poi alla lotteria un milione di dollari, ma essendo il premio rateizzato (34 mila dollari ogni anno), dopo tre mesi è morto.
Ancora. A Washington DC un bambino di 12 anni, Deamonte Driver
è morto perché la madre non aveva i soldi per farlo visitare. Il programma sanitario statunitense per i più poveri, il Medicaid, essendo appunto destinato ai più poveri, funziona poco e male e così la banale infezione del bambino, dal dente si è estesa al cervello. Merrill Goozner, noto farmacologo e giornalista, scrisse su The Guardian:
«La morte di Deamonte Driver è una testimonianza della bancarotta morale di chi si sforza di difendere un sistema sanitario assicurativo che sta collassando su se stesso. I programmi di assistenza sanitaria pubblica pagano cifre irrisorie, col risultato che medici e dentisti non vogliono aderire e la qualità dell’assistenza sanitaria ai poveri precipita a livelli da Terzo Mondo. Occorre riformare profondamente l’intero sistema.
Se Deamonte ci ha insegnato qualcosa, è da dove cominciare a cambiare le cose
».

Negli Stati Uniti ci sono circa 45 milioni di persone senza assistenza sanitaria
ed un rapporto del Census nel 2004 rileva che di questi più di 8 milioni sono bambini.
Perdendo il posto di lavoro, si perde anche l’assicurazione medica e quindi l’assistenza sanitaria, con riguardo a tutta la famiglia.

God Bless America.

27.5.07

Genova per noi...


Emessa sentenza di condanna dello Stato al risarcimento di Marina Spaccini, 50 anni, pediatra triestina, per il pestaggio subito da parte della Polizia in via Assarotti a Genova, nel pomeriggio del 20 luglio 2001, durante il G8.

Massimo Calandri, in perfetta solitudine, ne dà notizia il 29 aprile sull'edizione genovese de La Repubblica.
Significativo il silenzio intorno alla notizia di questa sentenza che, al di là dei risarcimenti, sembra corroborare la tesi secondo la quale a Genova vi fu un disegno criminale selettivo da parte di apparati dello Stato.

Il giudice istruttore, Angela Latella, della seconda sezione del tribunale civile di Genova, ha infatti aggiunto che durante il G8, almeno il 20 luglio in piazza Manin, la polizia avrebbe picchiato, senza motivo, persone inermi come i militanti dell'associazione pacifista Rete Lilliput.
La Spaccini: "Ora spero se ne parli".

26.5.07

Gusctosa, dev'esse 'na marca nova...Fantasctic!


Non è reato coltivare nel giardino di casa qualche piantina di marijuana perché ciò equivale alla detenzione per uso personale. E' quanto ha affermato la VI Sezione Penale della Corte di Cassazione che, con la sentenza 17983 del 10 maggio ha annullato la decisione della Corte di Appello di Roma (confermativa di quella del tribunale locale) che aveva condannato un giovane per aver coltivato nel proprio fondo cinque piante di marijuana. La formula assolutoria usata dai giudici di legittimità è "perché il fatto non sussiste". Queste linea interpretativa era stata inaugurata sempre dalla VI Sezione penale della Suprema Corte nel 1994, quando "si ebbe a distinguere la coltivazione in senso tecnico, un procedimento che presuppone la disponibilità di un terreno e di una serie di attività dei destinatari delle norme sulla coltivazione (preparazione del terreno, semina, governo dello sviluppo delle piante, ubicazione di locali destinati alla custodia del prodotto)", dalla detenzione per uso personale.
Quindi, ha precisato il collegio, tale decisione ebbe il merito "di tracciare un margine ineludibile tra detenzione e coltivazione in senso tecnico, non potendo ricomprendersi in tale ultima nozione, giuridicamente definita, la cosiddetta coltivazione domestica".
Insomma di volta in volta il giudice dovrà valutare se una coltivazione per le sue caratteristiche e per la sua estensione rientra nel concetto di piantagione illecita oppure se non possa definirsi tale. La Suprema Corte ha annullato la condanna del giovane romano senza rinvio mettendo la parola fine alla vicenda.

Si intravede dunque una speranza, se i magistrati sapranno/vorranno avvalersi di quel famoso cum grano salis, di potersi fare i cazzi propri senza ansie da latitanti di camorra, nonchè di privare proprio quei galantuomini di una fettina di torta.
Resterebbe la questione della provenienza delle sementi, ma un passo di civiltà il Bel Paese stavolta potrebbe davvero farlo.

25.5.07

Go Go Asia!


Alzi la mano ( ho detto la mano..) chi non ha mai vagheggiato di spennare quelle ali spiegate impertinenti
sul nervoso bacino della dark lady de noantri.

Personalmente, ricordo non senza commozione le acerbe pugnalate che mi regalò, in lontane stagioni ginnasiali, la visione de "Le amiche del cuore" di e con Michele Placido, nel ruolo di un ruvido padre folle d'incestuoso amore.
Frase stracult, rivolta ad uno spaurito neofidanzatino della cerbiatta Asia: "Neanche me lo ricordo quand'è che c'ho fatto l'amore per la prima volta, con mia figlia."

Da un padre putativo all'altro, per l'ultima provocazione dello splendido cinquantenne Abel Ferrara.
In un cast di prim'ordine - Willem Dafoe ha recentemente ammesso una certa soggezione nel recitare al fianco di siffatte pire di fuoco sacro quali il bel Riccardo da Andria e, appunto, la donna dalla voce più vellutata dei Parioli - la timida Asia
in «Go Go Tales» si misura con il ruolo di spogliarellista.
E, incalzata sui fotogrammi bollenti in questione, sbuffa birichina:
«Ma quale scandalo! È stato un vero bacio di trasporto amoroso tra me il rottweiler. Perché io, che ho paura dei cani sin da bambina, malgrado il difficile inizio della relazione col mio accompagnatore a quattro zampe, che mi tirava da una parte all'altra come un tirannico amante, ho imparato a volergli bene.
Il bacio è diventato il suggello della nostra complicità».

Mai come in questi casi, il silenzio è d'oro.

24.5.07

Chist'è 'o paese d' 'o sole...



Francesco Cipriano, 19 anni, nell’aula bunker di Palermo, rivolgendosi al ministro dell’interno Giuliano Amato, in occasione della commemorazione della strage di Capaci: “Ogni 23 maggio, voi politici venite qui e vi riempite la bocca di antimafia, ma in Parlamento ci sono 25 condannati in via definitiva, criminali che fanno le leggi.
La vera antimafia l’hanno fatta loro con il sangue (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino), glielo dica a Roma che qui c’è la mafia, la invito a venire allo ZEN (Zona di Espansione Nord, quartiere alla periferia di Palermo) ma senza scorta, e se volete fare l’antimafia, fatela non dico con il sangue ma almeno con il cuore …e con le palle!”.

Il ministro Amato, che evidentemente non ha gradito l’intervento, né l’applauso fragoroso che ne è scaturito, ha risposto:
“Tu sei già un piccolo capo populista e questo non mi piace…”

Ne è seguito un gelido e sgomento silenzio.

22.5.07

Addavenì Barbone...


"Tu adesso non vuoi parlare con lui
perchè sei ancora legato
a certi facili schematismi...

Sì, forse sì..Mi pare di ricordare
che io sono una persona schematica."

Nanni Moretti, Palombella Rossa












Sarà il presuntuoso elitarismo tipico della cultura di sinistra cui, nonostante tutto,
sento di appartenere.
Sarà la frustrazione per un'alba dell'avvenire mai sorta,
per un altro mondo impossibile...
Sarà pure che sono un imbecille intollerante.

Sta di fatto che nelle (rare) occasioni in cui mi sforzo di superare certi personali pregiudizi, finisco solo per trovarne puntuale conferma.
Prendiamo quel Massimo Fini, sorta di scarabocchio epilettico di monsieur Daniel Pennac.
Inizio seriamente a credere che nei nomi, anzi cognomi, ci sia una predestinazione di coglioneria.
Del suo genio irriverente avevo finora colto, tra uno squassante tic e l'altro, solo sporadiche perle; su tutte, una tirata, intollerabile nel suo sgangherato qualunquismo, anti democrazia. Un micidiale bignamino dall'Atene del V secolo all'imperialismo yankee, ideale per i fedelissimi del Gatto Giuliano o per gli azzimati ospiti della terza camera del Parlamento presieduta dal buon Bruno da L'Aquila...

Poi, lo scorgo far capolino dal sito ComeDonChisciotte, secondo me uno dei pochi laboratori di informazione ancora libera - e, puntualmente, pluriquerelato - .
La cosa mi sorprende e, forzandomi ad una tabula rasa degli avvilenti precedenti, provo a capire cosa vada predicando quest'uomo. Inutile dirvi che, cosa per me rarissima, mi incazzo.

Ma non voglio condizionarvi. Per chi ne avrà la pazienza, di seguito riporto un estratto del "manifesto" sottoscritto dal suddetto ed altri intellettuali del suo calibro.
A mio giudizio, ancora una volta un capolavoro di qualunquismo, demagogia da comizio di paese, ritrite condanne della civiltà dei consumi occidentale (Pasolini ne aveva parlato, compiutamente e profeticamente, quando? Quarant'anni fa?) e, alla radice della mia poderosa ulcera montante, vergognose mascalzonate (se l'illustre Giorgio Bocca mi passa la citazione) sul marxismo.


Il marxismo si è rivelato incapace di contenere e di sconfiggere il capitalismo.
Perché non è che una variante inefficiente dell'Industrialismo. Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi, modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza. Questa utopia bifronte ha fallito. L'Industrialismo, in qualsiasi forma, capitalista o marxista, ha prodotto più infelicità di quanta ne abbia eliminata. Per due secoli Capitalismo e Marxismo, apparentemente avversari, in realtà funzionali l'uno all'altro, si sono sostenuti a vicenda come le arcate di un ponte. Ma ora il crollo del marxismo prelude a quello del capitalismo, non fosse altro che per eccesso di slancio.


Su questi temi fondanti però si tace o li si mistifica. Anche le critiche apparentemente più radicali si fermano di fronte alla convinzione indistruttibile che, comunque, quello industriale, moderno, è 'il migliore dei mondi possibile'. Sia il capitalismo sia il marxismo, nelle loro varie declinazioni, non sono in grado di mettere in discussione la Modernità perché nella Modernità sono nati e si sono affermati. Danno per presupposto ciò che deve essere invece dimostrato.

Come dicevo, non voglio influenzare il personale convincimento che ognuno voglia formarsi su questa marea di cazzate anzi, mascalzonate - come chiosò sapido Bocca sul capolavoro di revisionismo storico del nostro caro ex Presidente del Senato Pera -.
Ma su un aspetto - che poi a mio vedere fa crollare l'intero castello di sabbia dello schizofrenico bambinone - non riesco a tacere: su quelle righe mi sembra di intendere che si paragonino capitalismo e marxismo come due categorie storiche, oltre che economiche (nel caso del liberismo) ed economico-filosofiche (nel caso del marxismo) - come precisato dallo stesso Marx nei suoi Manoscritti economico-filosofici del 1844 -. Ebbene, spero che questo signore risponda al mio invito, già inoltratogli sul suo sito (a proposito, se volete continuare a farvi del male: www.massimofini.it), di illustrarmi in che epoca storica e con riguardo a quali stati si sia avuta un'attuazione del marxismo - se si eccettua la Rivoluzione d'Ottobre, benchè quel periodo storico, definito nella teoria rivoluzionaria marxista-leninista "dittatura del proletariato" sia una fase solo transitoria e funzionale alla creazione dei presupposti, mediante il sovvertimento dello status quo ante, di instaurazione di una società comunista propriamente detta -.
Una società, in estrema sintesi, caratterizzata dal superamento della divisione della collettività in classi sociali ed in diversi ordinamenti statali - categoria giuridica, quest'ultima, di matrice squisitamente liberale - nonchè dalla socializzazione dei beni
e dei mezzi di produzione, che divengono di proprietà dell'intera collettività.
Ma probabilmente questo signore voleva, parlando di marxismo, riferirsi faziosamente a certi regimi dittatoriali cd comunisti, da Tito a Mao a Stalin, fingendo di ignorarne la diversità rispetto al marxismo.
Caro Lei, sappia che le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male.

(E mi fa incazzare..)


20.5.07

Quaranta secondi di vita in meno, ma...


- Ecco, vedi? Ti metti una mano in saccoccia
e con l'altra tieni tra le dita una sigaretta..
- Insisti te co 'sto veleno! Questi so' quaranta secondi de vita in meno!
- Non me ne frega niente, è una scelta che ha fatto papà.
Sono quaranta secondi in meno di vita, ma forse scopi!

In viaggio con papà (1982)


Eh già, vecchio Armando... avevi ragione tu. Fumare è una scelta.
- Anche se per molti, sottoscritto ovviamente compreso, quella ghiotta contropartita resta troppo spesso solo un forse.
Come il Valdoni in una delle sue chiose più ispirate
« Fosse per le sigarette...Sarei SuperTognazzi ».

E una scelta dovrebbe restare: scelta di un piacere, nella consapevolezza dei suoi costi.
Per questo cerco di fumare meno. Non certo per la salute: allora non dovrei proprio fumare, anzi non aver mai iniziato.
Ma riuscire a fumare solo le sigarette giuste, quelle buonissime dei momenti che "ce lo vuole proprio".
Quando la ciucciata di catrame ricorda più i rosei chiodi d'una Rachel Welch che una canna del gas rateizzata.
Perchè davvero resti un piacere, una scelta che ha fatto papà...

Azzardo, dunque, una top three, in attesa di contributi dai miei affezionati lettori.
E se arrivasse Serena Grandi ( giacchè si era in tema di borracce e chiodi..)
darei, ovviamente, la linea a Seimandi!

1) Sigaretta post coitale
: mi limitassi a quelle, avrei i polmoni d'un bebè.
2) Sigaretta pre / post defecationem: per converso, fumassi ad ogni seduta in Camera di consiglio, George Best mi farebbe una pippa! (Ma preferirei sempre la Rachel..)
3) Sigaretta pre, per, post sbronzam: fortuna che sono praticamente astemio...


19.5.07

La notte della repubblica

"Mai una rivoluzione
che si compia,
nel nostro Paese.
Nulla che arrivi a compimento.
Il che significa una difficoltà
di rapportarsi col tragico.
Con la complessità."

Goffredo Parise







Recentemente edito da Mondadori
Spingendo la notte più in là
del giornalista di Repubblica Mario Calabresi, figlio del commissario di polizia Luigi Calabresi, assassinato il 17 maggio 1972. Omicidio di cui sono stati riconosciuti colpevoli
Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri.


«
Perché la sinistra tutta non condanna decisamente il terrorismo? - si chiede Calabresi -
C'è una generazione che dovrebbe fare i conti con la degenerazione violenta di quegli anni. Io penso che vada ricordata la morte dell'anarchico e la famiglia che lasciò orfana. Ma il meccanismo di mettere in relazione Pinelli e Calabresi andrebbe cancellato. La sentenza del giudice D'Ambrosio mi sembra scritta e argomentata molto bene. E lui scrisse che Pinelli morì cadendo per un malore».

- Pinelli, secondo l'inchiesta, sarebbe caduto dalla finestra dell'ufficio del commissario Calabresi, presso la questura di Milano, in seguito ad un malore attivo. Lo stress degli interrogatori, le troppe sigarette a stomaco vuoto uniti al freddo che proveniva dalla finestra aperta gli avrebbero causato un malore e Pinelli, invece di accasciarsi, avrebbe spiccato un balzo in avanti, fuori dalla finestra. Nella sentenza si legge inoltre che "L'istruttoria lascia tranquillamente ritenere che il commissario Calabresi non era nel suo ufficio al momento della morte di Pinelli".

Si noti, inoltre, che il fermo di Pinelli era illegale perché egli era stato trattenuto troppo a lungo in questura: il 15 dicembre 1969 (la data della sua morte) egli avrebbe dovuto essere libero oppure in prigione ma non in questura, infatti il fermo di polizia poteva durare al massimo due giorni.
Altre incongruenze contestate alla versione ufficiale: l'ambulanza sarebbe stata chiamata alcuni minuti prima della caduta, Pinelli non avrebbe urlato durante la caduta, avvenuta quasi in verticale (quindi probabilmente senza lo spostamento verso l'esterno che ci sarebbe stato se si fosse lanciato), pur avendo sbattuto contro i cornicioni, sulle mani non avrebbe avuto nessun segno che mostrasse tentativi (anche istintivi) di proteggersi dalla caduta; gli agenti presenti forniranno nel tempo versioni leggermente contrastanti sull'accaduto (in una di queste sostennero di essere riusciti ad afferrarlo, ma di non essere riusciti a trattenerlo, motivando quindi la caduta in verticale senza spostamento dovuto all'eventuale slancio) e infine le dimensioni della stanza, la disposizione dei mobili e delle sedie per l'interrogatorio avrebbero reso difficile gettarsi dalla finestra in presenza di poliziotti. Secondo una delle diverse versioni date dalla Questura, nel tentativo di trattenere Pinelli per impedire la caduta dalla finestra, nelle mani di un poliziotto sarebbe rimasta una scarpa del ferroviere, che sarebbe quindi una prova del fatto che i tentativi di trattenerlo erano avvenuti, ma in realtà quando il ferroviere fu raccolto sul selciato indossava ancora entrambe le scarpe.

Chiede un lettore: crede che suo padre sia stato ucciso da quello Stato per cui lavorava?

«Ucciso no, ma che sia stato lasciato solo assolutamente sì, è vero. Non aveva scorta.
Fu lui a querelare Lotta Continua, non il ministero dell'Interno. Non venne difeso».

18.5.07

Grazie Roma!


Roma Roma Roma ...Core de 'sta città...
Unico grande amore de tanta e tanta gente che fai sospirà...

17.5.07

Lasciate che i pargoli vengano a me...



Il Crimen sollicitationis ("crimine di sollecitazione") è un documento emesso dal Santo Ufficio del Vaticano nel 1962 - redatto dal cardinale Alfredo Ottaviani e approvato da papa Giovanni XXIII - contenente istruzioni ai vescovi cattolici su come trattare i casi nei quali i preti erano accusati di usare la segretezza del confessionale per fare avances sessuali ai penitenti.
Il documento impone segretezza circa la propria stessa esistenza, nonchè per i casi trattati e le vittime degli abusi. Pena misure estreme, compresa la scomunica.

Nell’epistola datata 18 Maggio 2001 e rivolta a tutti i vescovi del mondo, Ratzinger scrisse che:
“Nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore” ribadendo che “le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio” e che si sarebbero dovuti attendere 10 anni, da quando le vittime avessero compiuto la maggiore età, per rivelare le accuse (ottenendo in questo modo la prescrizione dei reati, a quel punto non più perseguibili).

Richiamando il Crimen sollicitationis del 1962, Ratzinger rinnovava il divieto a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi.

Secondo il presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi (An), l'azienda dovrebbe impedire la trasmissione del documentario perché rientrerebbe nell'ambito di «una squadra di esecuzione mediatica pronta ad aprire il fuoco sulla Chiesa e sul Papa».
Il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, ha accusato i blogger che hanno messo online il documentario di spargere «un'infame calunnia».
L'anno scorso i vescovi inglesi hanno criticato la Bbc dicendo che dovrebbe «vergognarsi dello standard di giornalismo utilizzato per sferrare questo attacco infondato a Papa Benedetto».



16.5.07

Non c'è più la mezza stagione...





"...quattro pensionati
mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là,
col tempo che fa,
estate e inverno
a stratracannare
a stramaledire
le donne, il tempo
ed il governo."








E’ stato reso noto a Londra il risultato di una ricerca commissionata dalla Christian Aid, un’importante organizzazione cristiana di beneficenza del Regno Unito, realizzata consultando i più autorevoli esperti internazionali sulle conseguenze del riscaldamento globale.


Intitolata “Human tide, the real migration crisis", mostra un drammatico futuro
che potrebbe concretizzarsi intorno all’anno 2050. Un miliardo di persone potrebbe essere costretto a lasciare le proprie case, il proprio lavoro, il proprio paese, per rifugiarsi altrove. Tutto questo, ovviamente, se i disastrosi effetti del cambiamento climatico non saranno arrestati o contenuti quanto prima. Il rapporto osserva che già oggi 163 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare il paese d’origine, acquisendo lo status di rifugiati secondo l’Onu, a causa di guerre, catastrofi naturali e grandi progetti industriali. Ma in poco più di quattro decenni questo numero potrebbe moltiplicarsi per dieci: entro l’anno 2050, sostiene Christian Aid, altri 50 milioni di profughi saranno stati creati da conflitti e violazioni dei diritti dell'uomo, 250 milioni da inondazioni, siccità e fame, 645 milioni da progetti come dighe, deforestazione e grandi imprese industriali. Si aggiungano, poi, quelli che migreranno attirati dal falso mito del benessere del mondo capitalistico.


Sarà una migrazione di massa che, pare, scatenerà nuove guerre e spaventose tensioni. Il rapporto sostiene che nel 2080 tra 1 miliardo e 100 milioni e 3 miliardi e 200 milioni di persone non avranno abbastanza acqua, e fra 200 milioni e 600 milioni di persone non avranno abbastanza cibo. Inoltre tra i 2 milioni e i 7 milioni di persone saranno interessate dal sollevamento degli oceani, effetto direttamente collegato al riscaldamento del pianeta.

Gli scienziati interpellati da Christian Aid predicono infatti che nel corso di questo secolo la temperatura media della terra salirà tra 1,8 e 3 gradi Celsius a causa delle emissioni di gas nocivi, mettendo così a repentaglio l'esistenza di centinaia di milioni e forse di svariati miliardi di persone.
I principali responsabili del cambiamento climatico sarebbero i paesi più sviluppati. Arricchitisi - e qui spunta il Carlo Marx che mi porto nel taschino - proprio grazie ad un sistema capitalistico fondato sullo sfruttamento degli uomini e delle risorse, spesso proprio dei paesi più poveri.
Ammetto che non tutte le nazioni si distinguono per la criminale ignoranza dell'amministrazione Bush.
Ma quel nonnetto barbuto che fa capolino severo, chiosa perentorio che, finchè avremo solo sudditi e consumatori ed una politica economica asservita al profitto, ogni intervento serio sarà impossibile.

14.5.07

Gomorra: Osanna e Crucifige


"L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione."

Pier Paolo Pasolini,
Poesia in forma di rosa








Pare che nuovo sport nazionale sia diventato il tiro al Saviano.
Roberto Saviano, ovviamente, l'autore di Gomorra.

A leggere in giro, gli viene rinfacciato di tutto.
Max Stèfani e Massimo Del Papa dalle pagine del Mucchio Selvaggio lo accusavano di essere "(...) uno che si è inguaiato da solo. Adesso piagnucola, dice che se tornasse indietro Gomorra non lo riscriverebbe, perché il mondo è tanto cattivo e l'editore pure. Guarda caso, si chiama Berlusconi. Ammazza quanti coglioni ha questo Saviano. Appena parte già si ferma."

Accuse che, bizzarramente, si trovano nella stessa pagina in cui Riccardo Orioles segnala il link a un sito di solidarietà nei confronti di Saviano (che diventa Sergio, per altro) e nello stesso numero in cui due pagine sono dedicate a Gomorra in tono più che elogiativo da Gianluca Veltri.
Come si fa a scrivere cose del genere su un ragazzo di 27 anni che si trova dall'oggi al domani costretto a vivere con due agenti di scorta, impossibilitato a muoversi liberamente, di fatto messo nell'impossibilità di proseguire nel suo lavoro, che prevedeva non solo la documentazione attraverso i documenti ufficiali ma anche il lavoro sul campo? Come si fa a essere così meschini da tirare in ballo, davanti a una cosa del genere, l'annosa questione di Mondadori?
Ma l'aspetto ancora più avvilente di tutta la faccenda, di tutto quello che è seguito alla trasformazione di Saviano in iper-personaggio mediatico (indubbio che l'ufficio stampa Mondadori abbia fatto un lavoro incredibile, nel bene e nel male) è che il libro sia svanito nel nulla.
Non fisicamente, è chiaro. Gomorra è ben visibile in libreria e continua a vendere.
Ma è scomparso dalla discussione. O, se ci entra, è solo come ulteriore strumento di demolizione di Saviano.
Una critica assurda, per tutte, avanzata anche da Del Papa: "Gomorra racconta cose che sono tutte già nei rapporti dell'Antimafia."
Beh, vorrei vedere che non lo facesse, visto che il suo scopo è quello di descrivere una situazione reale. Ma agli invidiosi non importa. "Ah, ma queste cose le ha già raccontate Tizio, Caio, le ho già scritte io e nessuno mi aveva cagato".
Un'invidia assurda, perché se davvero ritieni importante scrivere contro la mafia, dovresti essere contento se quello che tu hai cercato di dire senza raggiungere nessuno adesso invece viene ascoltato.

Poi ci sono quelli che "Sì, ma un sacco di cose se le inventa, perché non è possibile che sia sempre dappertutto."
In effetti, Gomorra è un libro di difficile catalogazione. Saviano lo scrive tutto in prima persona, in una forma fortemente narrativa. Ma la prima persona non significa che chi parla sia il Roberto Saviano anagrafico. Quello che esiste nel mondo reale.
A volte sì, è chiaro. Altre volte, il narratore usa la prima persona per dare più forza al racconto, a fatti che qualcuno gli ha riferito.

Gomorra non è un romanzo. E non è nemmeno un saggio. Sta a metà tra le due cose.
Una cosa molto interessante, di cui parlare. Sicuramente più che giocare al tiro al piccione con Saviano, che invece paga un doppio peccato capitale (almeno per gli standard italiani): essere giovane e avere raccontato in modo accattivante cose enormi spesso ignorate o, peggio ancora, rimosse.
Gomorra non è solo un libro su Napoli. Gomorra spiega come la camorra, "il Sistema", sia una struttura economica e di potere che agisce ovunque. A Napoli ci può essere il cuore sporco, i ragazzini con la pistola, quelli che testano i tagli di eroina sui tossici. Ma i tentacoli, puliti quanto basta per non schifare troppo un paese ormai cristallizato nella "più strana indifferenza" pasoliniana, arrivano ovunque.
Ma, di nuovo, di questo non si parla.
Perché per farlo si dovrebbe leggere il libro. E leggere costa fatica.
Aprire la bocca, appoggiare le dita sulla tastiera e sparare cazzate è più semplice.
E meno faticoso.

13.5.07

Due gocce... di Chanel













Francesco Totti e Ilary Blasi sono diventati genitori per la seconda volta. A fare compagnia al piccolo Christian è arrivata all’alba di domenica una bimba. Secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa della clinica romana Villa San Pietro, la piccola pesa tre chili e 140 grammi. Il parto - fanno sapere all’ospedale - è avvenuto con l’assistenza del dottor Carlo Figliolini.
Il capitano della Roma e la showgirl sono sposati dal giugno 2004.
Il primo figlio Christian è nato nel novembre del 2005. Totti ha 30 anni, la sua compagna 26.


Il tasso di natalità del Panda gigante è molto basso, sia allo stato naturale sia in cattività: la femmina alleva soltanto un piccolo e, se partorisce due gemelli, non riesce ad occuparsi di entrambi ma si occupa di uno solo. Lo svezzamento si completa in nove mesi, ma i piccoli restano con la madre fino ai 18 mesi, dove impara a procurarsi il cibo e come sfuggire ai predatori.
I panda raggiungono la maturità sessuale tra il 4° e il 6° anno di vita.

9.5.07

Game, set...



Per carità, freniamo gli entusiasmi che può ancora succedere di tutto nel secondo set, pardon...nella gara di ritorno.
Sempre che le mozzarelle Ambrosiana, questa volta, si degnino di scendere in campo.
Perchè all'Olimpico - tolto il cecchino Crespo (guarda caso, in partenza..) -
io non li ho visti proprio...
Loro (buon Valdoni in testa) ad ogni vigilia snobbano la Roma come una carta già fatta. Non sempre è così, per fortuna.
Ma, per quanto mi riguarda, che continuino a mantenerlo
anche in futuro un simile approccio alle sfide con i miei lupachiotti.
Se queste sono le figure che poi rimediano...

P.S. Monte', meno male che ci tenevano a 'sta coppetta, eh?

4.5.07

Il divo Giulio


"...Una volta conquistato il potere per fare il male
come sempre ha fatto il male nella sua vita...
Andreotti è restato indifferente, livido, assente,
chiuso nel suo cupo sogno di gloria.
Passerà alla triste cronaca che Le si addice."

(Memoriale di Aldo Moro)








Inizieranno in giugno le riprese de "Il divo", storia del senatore a vita Giulio Andreotti

dalla fine del suo settimo governo, nell'aprile 1992, alla vigilia del processo di Palermo per associazione mafiosa.
Nel mezzo, la mancata conquista del Quirinale, la strage di Falcone e la malattia.
Si spera che il bravo Sorrentino riesca quantomeno ad evitare l'agiografia,
pur in un paese come l'Italia ed intorno ad una figura il cui oscuro potere sembra destinato, nella sua grigia imbalsamatura, a seppellirci tutti.

The Hollywood Reporter
"
Allegedly strong but shadowy ties to both the Vatican and the Mafia."

Filmstalker "Infamous Italian politician Giulio Andreotti gets film.
In 2002 was convicted of ordering the murder of a journalist who had published allegations of Mafia connections about him.
The courts found that he had strong ties only until 1980.
"

2.5.07

Un Edipo ormai scaltro: tra latte in polvere e genitori fedifraghi




Saranno i generi di conforto in super offerta - perchè semi scaduti - di cui ultimamente faccio avida incetta nell'ultraV.I.P. minimarket sotto casa...
Ma la fase onirica, tradizionalmente mia dimensione esistenziale ideale e di gran lunga più gratificante, sta pericolosamente diventando materiale vacuamente elucubrativo per gli aspiranti call - centeristi che volenterosamente affollano gli atenei di psicologia (il Mono mi amerà..)

Così, tanto per infliggere la solenne bastonatura ad uno share blogghifero che negli ultimi tempi
se la gioca solo col redivivo Sor Mortazza Funari, ho ben pensato di propinarvi in dettaglio l'intricata rete di simboli e metafore che le ultime due sessioni di riposo dei giusti mi hanno recato in dono.
Spinto, ovviamente, anche dalla imperitura chimera che qualcuna di quelle volenterose future cassiere di minimarket V.I.P. con tomi freudiani attualmente al tiepido riparo degli afrori ascellari, vogliano un dì accogliermi su un qualche lettino di professionale comprensione...

Dunque:
ODISSEA NELL'INCONSCIO PARTE I (Pennichella pomeridiana di ieri..)

In un centro commerciale di Casal Palocco - periferia dell'Impero - mi imbatto nella gravida Ilary Blasi in Totti, con primogenito Cristian al seguito.
- " Ilary, ma sei matta a girare da sola nelle tue condizioni? Non lo sai che qua è pieno di zingare con gli ombrelli?"
Subito dopo, nel salone di barberia del medesimo centro commerciale, redarguisco severamente il pater familias Pupone, alle prese con una manicure alquanto "sgallettata":
- "O, Francè, ma non t'è bastata la storia della Vento? Tua moglie sta per sfornà pe' la seconda volta e tu ancora a fa' il pesce lesso come ai tempi di Scherzi a parte?

Dagli sconvenienti pruriti del Capitano, mi ritrovo in un lussuoso residence sulla Cassia, dove un epigono dello scatenato cecchino della Virginia sta seminando il panico.
Mia mamma e mia nonna, giustamente infastidite dai rumori (inammissibili, data l'ora tarda), si avventurano in vestaglia sul pianerottolo per reclami; al che io corro a recuperarle munito di mazza da baseball prontamente lanciatami da Libero, mio padre (costretto a letto da un misterioso male dovuto alle esalazioni tossiche delle piantagioni di cacao coltivate dalla Nestlè nel giardino del residence). Il risveglio è di poco preceduto da quelle, per me classiche, forme di risveglio nel sonno in cui tento di rassicurarmi, cacciandomi sotto un plaid marca Nestlè:
- "Te lo stai sognando. Il cacao nel residence, dài.. Sì, però la Nestlè è assassina davvero."

ODISSEA NELL'INCONSCIO PARTE II (Tormentata nottata in gentil compagnia..)

Sono in un college americano del midwest, tra studenti in partenza per le vacanze natalizie: sembra la scena finale de "Le regole dell'attrazione" di Bret Easton Ellis.
Sulla porta di un dormitorio vedo Fabio Di Matteo (quello del pappagallo Loreto, per intenderci..) che mi rivolge un cenno di saluto in stile vagamente gangsta rap. Poi si offre gentilmente di aiutarmi nel mettere a punto una valigia che stavo ricavando dal tower di un vecchio pc.
Ma, nel chiudere la suddetta, un pezzo schizza via fin sul tetto di una volante dei carabinieri parcheggiata lì vicino. Mi avvicino contrito e ultraservile, ma si dimostrano fortunatamente comprensivi e mi aiutano perfino a recuperare un paio di occhiali fumè (à la Tognazzi in versione conte Mascetti, sempre per intenderci..) finiti sul davanzale di casa Montelli.

Ed è proprio quest'ultimo che mia nonna, alla quale faccio visita subito dopo, scambia per mio fratello. Commento di una megera lì presente, che prontamente allontano in malo modo:
- "Eeh, povera signora..Non ci sta più co' la testa.."
Sgomento per questa sua repentina perdita di senno, mi avvicino a mia nonna ritrovandomela, pochi istanti dopo, senza vita tra le braccia. Scoppio in un lamento disperato che mi sveglia.
Vado in cucina a prepararmi un imbevibile caffè, dopo aver cercato di contattare telefonicamente mia nonna, ma invano: infatti la mia coinquilina, nella cui stanza è il telefono di casa, riposa ancora.
Torno alla gentile compagnia nel mio letto, cercando di giustificare la mia scarsa propensione a sessioni di ginnastica mattutine, con esiti a dir poco avvilenti:
- "Di tutte le scuse ridicole, questa è quella che mi ha fatto ride di meno!"


P.S.

Per la cronaca: mia nonna, raggiunta nel tardo pomeriggio di ritorno da una "vasca" in Strada Parco (struscio classico per buona parte della terza età da viale Bovio a Montesilvano), ha seraficamente sedato le mie inquietudini, portandomi indietro di buoni quattro lustri: "Bè? M'hai allungato la vita. Grazie!"

No, grazie a te.

1.5.07

Con le pinne si va più forte...


"Bisogna cambiare l'orientamento politico generale sul lavoro.
Il lavoro è stato penalizzato da 20 anni
ed è necessario che tutte le politiche lo valorizzino."


Fausto Bertinotti