25.9.07

Fumo di Londra (L'affare si ingrossa)


Cari affezionati, la mia permanenza londinese ultimamente avara di eventi di rilievo (se si eccettua l'incontro con l'estroso Silvio Muccino in versione biondo platino) mi ha scosso solo poche ore fa dal torpore doppio maltiano con un evento che direi mistico.
E che immagino gia' certe invidiose malelingue bollare come capolavoro di consumata millanteria. Ma per chi ancora fiducioso si abbandona alla penna dell'avventuroso narratore... Ieri mattina, intorno alle 13, mi affannavo incravattatissimo lungo tal Sloane Avenue
( localita' Chelsea) per un micidiale colloquio di lavoro (qua le chiamano interviews! Ma lasciam perdere..) quando, da circa 80/100 metri la mia aguzza cornea d'onanista venne trafitta dall'apparizione di due feroci quanto misericordiose (ricordate la saggeza ligabuica? "La notte ti tiene tra le sue tette.. un po' mamma, un po' porca con te.") ostentazioni d'arte chirurgica applicata all'estetica femminile. Si', insomma... una con due dirigibili ancorati allo sterno! E fin qui, ahinoi, nulla di nuovo, obietteranno i piu' scettici. Ma la sacralita' dell'evento si paleso' man mano che la distanza tra me e l'umana scultura di silicone andava annullandosi.
Eh gia', amici vicini e lontani! Perche' si da' il caso che la beneficiaria dell'installazione di cui sopra fosse proprio questa gentile signorina dell'illustrazione. Una sola parola (anzi, sito web) baleno' alla mente del narratore. Il nome di battesimo mi sfuggiva, ma con l'aiuto telematico del prode Robin da Francavilla, alias il prolifico bloggaro Orangelo di Annozero (che colgo l'occasione per ringraziare nonche' caldeggiarvi.. Se solo si degnasse di scrivere qualcosa!), eccovi anche quello.
Mrs Jayna James (per chi volesse approfondire...)
E qui mi fermo. Glissando opportunamente su ulteriori dettagli dell'incontro, onde arginare la prevedibile valanga calunniosa di cazzaro galattico. Aggiungo solo che Lei aspirava Marlboro mentolate (e, sinceramente, non fatico a comprendere il perche'..)

A presto dal Paese dei Balocchi!

22.9.07

Fumo di Londra (II puntata)


- Ah, Hendrix! Il grande pittore fiammingo!
- Ma no, Jimi Hendrix il chitarrista.
Quello co' i capelli a raggera, drogatissimo...
















Un po' per unirmi alla commemorazione delle pagine cirelliane, un po' per sfoggiare il mio molle cazzeggio londinese, eccomi nell'irreale quiete suburbana di un placido saturday morning stranamente soleggiato, davanti all'ultima alcova del Genio Sinistro da Seattle.
Questo fugace scatto e' stato strappato alle arcigne occhiate inquisitorie di nerboruti men at work locali. Ma come ben sapete, il vostro corrispondente non conosce ostacoli. Ora vi lascio, che vado a stirare la camicia per il micidiale dinner parafamiliare di stasera. Per la cronaca, il mio ospite-cugino e' un bizzarro incrocio tra De Andre' e il patron Moratti, ma in versione ariana.
Se poi aggiungiamo che gioca a polo..
A presto con succosi reportage fotografici sulla meglio (ex) gioventu' dell'Ivy League (senza bidet, of course!)

18.9.07

Fumo di Londra (Uòz italian!)

Pare che ci siamo. Salvo sorprese da Al Qaeda (ma dallo scalo pescarese la vedo improbabile) tra qualche ora dovrei sorvolare le bianche scogliere di Dover (e come insegnante di geografia starò vivendo momenti magici!) Che dirvi, cari affezionati?
Nel sottile gusto amaro da emigrante (anche se per due settimane), tante le incertezze e lo smarrimento.
In particolare:

Troverò mai un bidet? (E poi, ass-shower o butt-washer?) Quante ore di metro disterà il primo pub dove soffrire per la Maggica?
E lì, potrò sperare in un calmiere di happy hour o mi toccherà sorseggiare chinotto inglese?
Last but not least, caso (dico caso) mai dovesse capitarmi il miracolo d'uno scambio "interlinguistico", quanto ostile sarà la zona pelouche? (Vista anche la latitanza di ass-shower di cui sopra..)

Vabbuò, staremo a vedere.

Per ora, dal vostro corrispondente da Londra,
un cordiale arrivederci.
Anzi, goodbye!

16.9.07

La divina


Lei guida
silenziosa

Pallido dopopranzo
autunnale.


14.9.07

Sarà un vaffanculo che vi seppellirà


Mentre il Leviatano parlamentare e la meglio intellighenzia nostrana (profetica barba scalfariana in testa) ci illuminano con le loro sottili letture sociologiche dell'ondata di vaffanculo infrantaglisi contro da quella massa di feroci qualunquisti sovversivi, confortanti esempi di integerrima gestione della cosa pubblica continuano a snocciolarcisi innanzi.

«Si leggono strane cose, a proposito delle intercettazioni che i giudici di Milano chiedono al Parlamento di poter usare nei processi sulle scalate bancarie. Il presidente della giunta per le autorizzazioni della Camera, Carlo Giovanardi (Udc), va di corsa e annuncia sprezzante che non leggerà le memorie difensive di Fassino e D’Alema: curiosamente non aveva mostrato analoga fretta in casi simili riguardanti amici suoi. Il forzista Nino Mormino sostiene che bisogna respingere la richiesta dei magistrati, ordinando la distruzione delle bobine con le parole (in qualche caso auto-accusanti) dei 6 parlamentari Ds e forzisti, e dei furbetti Consorte, Ricucci e Fiorani. Il tutto per “proteggere le prerogative dei parlamentari dall’influenza dei magistrati”.
Ora, che Forza Italia voglia insabbiare il caso che coinvolge anche i berluscones, è noto. Ma quelle “prerogative” non esistono: nel 1993 è stata abolita l’autorizzazione a procedere e la legge Boato del 2003 consente di negare l’uso di telefonate in cui compaiono voci di parlamentari solo in caso di “fumus persecutionis” (un po’ difficile da sostenere, visto che qui ce n’è sia per la destra sia per la sinistra). Eppure, secondo i giornali, pare che anche tra i membri del futuro Pd serpeggi la tentazione di respingere al mittente l’ordinanza Forleo (“irricevibile”), chiedendo al gip di riscriverla. In una posizione mediana, ma altrettanto strana, si colloca il Dl Pierluigi Mantini: sostiene che la Forleo, per il caso Unipol-Bnl, “ci ha chiesto la possibilità di utilizzare le intercettazioni nei riguardi di Consorte” e non dei tre leader Ds (Fassino, D’Alema e Latorre) che parlavano con lui. Ergo, se a Milano vogliono usare le telefonate per indagare anche qualche politico, “sarà necessaria una nuova richiesta alla Camera”.

A questo punto, visto che nessuno ricorda più niente, è il caso di riepilogare la questione. A giugno viene depositata la perizia con la trascrizione delle 73 telefonate tra furbetti e politici che la Procura chiede di usare contro i furbetti e contro “altri da identificare” (cioè parlamentari non ancora indagati perché a loro carico ci sono solo le telefonate, che però “non esistono” finchè il Parlamento non le autorizza).
Un mese dopo la Forleo ne espunge 6, ritenendole irrilevanti, e trasmette le restanti 67 alle Camere con un’ordinanza molto dura in cui esplicita che anche alcuni parlamentari - come si evince da 8 conversazioni - avrebbero “concorso nel disegno criminoso” dei furbetti. La nota 45 dell’ordinanza si capisce parla di D’Alema e Latorre, per un presunto concorso nell’aggiotaggio di Consorte (non invece nell’insider trading, attribuibile solo a chi fornisce informazioni riservate, cioè a Consorte e basta). D’Alema, Fassino e Latorre si proclamano innocenti. Ma poi sostengono che, non essendo indagati dalla Procura, il gip non può accusarli di nulla. La Forleo ribatte che, in base all’art. 331 del Codice di procedura, i pubblici ufficiali (compresi i gip) hanno l’obbligo di denunciare le notizie di reato di cui vengano a conoscenza.
In ogni caso, è la legge Boato a relegare i giudici in un vicolo cieco: se vogliono indagare un parlamentare in base a un’intercettazione, non possono farlo prima che sia autorizzata dalle Camere; ma, perché questa sia autorizzata dalla Camere, il gip deve spiegare loro perché la ritiene penalmente rilevante, per quali reati e a carico di chi. Dunque non si può fingere di non aver capito: se un’accusa si può muovere alla Forleo, è quella di essere stata fin troppo esplicita. La sua richiesta riguarda l’uso “aperto” delle telefonate, nei confronti sia dei furbetti indagati (in base a prove diverse dalle telefonate) sia dei parlamentari (indagabili solo in base alle telefonate).
La stessa legge Boato non prevede un utilizzo “relativo” o ristretto: parla di “utilizzo nel procedimento”, senza distinzioni tra parlamentari e non.
Deciderà la Procura se iscrivere qualcun altro, e chi. Prima delle ferie, Fassino e D’Alema si erano giustamente espressi a favore del Sì della giunta, come chiedevano vari commentatori anche amici, Unità compresa».

Marco Travaglio

13.9.07

Madre Clarissima!



In risposta al post del buon Cirello,

Non seminiamo il panico tra i luppolisti d'Abruzzo!
Io predico calma e mi affretto a puntualizzare.
Il Sior Nicola (Bar Tabacchi Serrone di Paolini Nicola e figli contrada Castelvecchio Francavilla al mare CH, nda) mi resta stazionario sui 2 euri a bottiglia (Nastro, Peroni o Baffo che sia); il litrozzo in vetrone simil-Oktoberfest 5 ricchi euri, ma è un lusso che ci si concede solo nelle grosse occasioni revival (vedansi ritorni estivi del Brunetto Sacchi felsineo o del Doctor House del Pigneto, come da foto).
Implacabile, ahimè, l'impennata del caro-vita per le cibarie: i rinomati panozzi del figliuolo (adottivo?) Gianni, tanto cari al quasi autoctono Orlo (quello del latte e panoz, per intenderci.. o della più celeberrima ciucc'), nonchè olive, mais (piccante!) e pistacchi vari; sui quali, però, noi "amici buoni" (fu il Sior in persona nel ruolo di battista)
continuiamo ad usufruire di un vitalizio aggratis. Se a ciò si aggiunge il ricco offertorio di "amari amichevoli" (qui la nomenclatura è valdoniana), variabili dagli 1 ai 3 pro capite e l'intramontabile fascino del "mitte fore" (invito-tormentone del titolare Willie Il Coyote ad accomodarsi all'esterno, guadagnando l'ampia terrazzatura semi-abusiva, nda).. siete ancora a casa?
Suvvia! Prendete la vespetta, la Nastro a nastro vi aspetta!!

8.9.07

Dove avevano abitato



Dovunque andasse quel giorno ripercorreva

il suo passato. Attraversava mucchi
di ricordi. Guardava dentro finestre
che non gli appartenevano più.
Lavoro, miseria e soldi scarsi.
A quei tempi vivevano con la forza di volontà,
ben decisi a essere invincibili.
Niente li avrebbe fermati. Almeno

per un bel pezzo.


Nella stanza del motel
quella notte, alle prime luci dell'alba,
scostò una tendina alla finestra. Vide nubi
ammucchiate contro la luna. S'appoggiò
al vetro. C'era uno spiffero freddo

che gli toccò il cuore.

Ti amavo, pensò.
Ti amavo tanto.
Prima di non amarti più.


4.9.07

Grazie a dio sono ateo.



Archiviata (non senza qualche rimpianto, debbo confessarlo) la sincera commozione per l'epifania pastorale, e relativa catarsi collettiva, in quella formidabile Woodstock loretana appena conclusasi, sono andato a rispolverarmi un'opera (di fantasia, chiaramente) forse non più freschissima (è datata 2005) ma pur sempre avvincente.
Senza misericordia, edito dalla Kaos Edizioni, a firma collettiva Discepoli di verità (dietro la quale si celerebbero dei prelati delatori).

Saltabeccando nella fictio letteraria, si narra di come il futuro Papa fece parte della Gioventù Hitleriana dapprima e della Wehrmacht poi (dipendeva dalla caserma di Traunstein). Ci si domanda poi come mai Ratzinger non evidenzi con rammarico l'indispensabile ruolo avuto dal partito cattolico tedesco dell'epoca denominato Zentrum - che era guidato direttamente da un prelato, monsignor Ludwig Kaas, e con molti preti in posizioni chiave - nella scalata di Hitler al potere, dato che in virtù di una agognata alleanza tra il Zentrum ed il partito nazista Kaas fece arrivare i voti - decisivi - affinché Hermann Göring, il 23 marzo 1933 fosse eletto presidente del Reichstag; come mai non faccia cenno alcuno nella sua autobiografia a violenze naziste come quelle della tragica Notte dei cristalli; come possa liquidare così l'annessione dell'Austria da parte dei nazisti « Per noi la presa del potere da parte delle camicie brune in Austria aveva anche un suo lato positivo: le frontiere di quel paese, a noi vicino, erano state chiuse da Hitler » (La mia vita, edizioni San Paolo).

O come possa parlare del nazismo confrontato con la Repubblica di Weimar come
«unica alternativa al caos incombente» (La mia vita, edizioni San Paolo).

Cogliendo ancora fior da fiore, si sottolinea l'ammirazione più volte testimoniata da parte di Ratzinger nei confronti dell'allora arcivescovo di Monaco Michael von Faulhaber, pur avendo assistito all'atteggiamento di stima e appoggio nei confronti del nazismo e di Adolf Hitler da parte di quest'ultimo.
A tal proposito, si citano le conclusioni raggiunte nel suo saggio
I nazisti e la Chiesa dallo storico Guenter Lewy, nel quale vengono riportate missive dell'arcivescovo dirette ad Hitler in cui il Fuhrer viene salutato con la frase « Che Dio conservi il Cancelliere del Reich al nostro popolo » in seguito alla stipula dell'accordo tra Santa Sede e Reich (mai rispettato da quest'ultimo), passi di sue prediche connotate da acre antisemitismo, come quella del 23 ottobre del 1936, in cui von Faulhaber così si esprime « Lo stato ha il diritto, nel suo ambito, di procedere contro gli abusi del giudaismo, particolarmente se gli ebrei, in quanto bolscevichi e comunisti, minacciano l'ordine statale. »
Ed infine la condanna pronunciata da von Faulhaber contro l'attentato alla vita di Hitler del 26 luglio 1944, definendolo "orrendo crimine" ed aggiungendo « La vita del legittimo capo supremo del Reich tedesco è sotto la protezione del IV comandamento, che rende per noi un dovere l'obbedienza e la fedeltà verso coloro che guidano lo stato ».

Ci si domanda, poi, come mai non un accenno a tutti questi trascorsi di von Faulhaber ci sia da parte di Ratzinger, neppure nel momento in cui il futuro Papa ricorda la cerimonia in cui, proprio da von Faulhaber, nel 1951, nel duomo della città di Frisinga, viene ordinato sacerdote.

Ancora, Senza misericordia sottolinea una estrema blandizie di Benedetto nei confronti degli scismatici ultrareazionari lefebvriani contrapposta ad una assoluta intransigenza verso teologi progressisti come Edward Schillebeeckx, Pedro Casaldàliga o Leonardo Boff.

Fantapolitica, certo. Ma di un realismo da brividi.
Immaginare nella realtà un simile vicario di Cristo...


3.9.07

Perchè odio l'IKEA


Di questi tempi, è tutta la (auto?) ironia di cui sono capace.