29.9.09

Se è vero che solo la Bellezza salva.

28.9.09

Senza la mia paura mi fido poco

Per chi non avesse avuto occasione di seguire la tanto aprioristicamente chiacchierata prima puntata di Annozero, riporto un passaggio dell'intervista a Giorgio Bocca:
- Mi hanno chiesto cosa penso di Feltri. Non penso niente, perché ci sono dei personaggi che mi fanno paura e di cui è meglio non parlare.

Il commento del neodirettore di Libero, Maurizio Belpietro:
- Si vede che Bocca il giornalista non lo fa più da tempo.

Lascio ad altri considerazioni su toni e contenuto di simile commento. Personalmente, ho trovato motivo di inquietudine più che nel bullismo isterico da moderne squadracce d'azione di cui Belpietro è valente interprete, nella parola paura pronunciata da un uomo, prima ancora che giornalista ed intellettuale, come Bocca, che di esempi di "filo a piombo nella spina dorsale" non credo ne abbia lesinati. Uno su tutti, nel ricordo di chi scrive, il suo Noi terroristi: parola e atto definitivo d'accusa - e di autoaccusa - su una ferita che a tutt'oggi sanguina, o si fa sanguinare alla bisogna.

19.9.09

Davanti ad una cascia...

- Per Mike Bongiorno, perdio! Funerali di Stato!
- Sì... ma quale Stato?

14.9.09

Dei tanti domani vestiti di jeans

"Sono sicuro che le cose cambieranno ancora e lo spirito che c'è stato tornerà. Sarà qualcosa di differente, è chiaro: e forse non mi apparterrà nemmeno. Fa lo stesso. Io sto qui e aspetto con ansia di essere spazzato via da una nuova generazione. Una generazione che ha di nuovo fame."

Emidio Clementi


13.9.09

Il fascino discreto del nulla

"Hans Magnus Enzensberger mi fa pena quando dice che la televisione trasmette il nulla!"

Caro diario


Appena buttati 4 euri per Videocracy, tesina da notte prima degli esami di un fetente fuoricorso a Scienze della Comunicazione, che in un oplà spunta a Venezia con antipasto misto di polemiche e relativa pubblicità aggratisse - solite questioni di nostrana "guerra preventiva", vedasi infra il Cirello dalle sue colonne.
Se la tv, in particolare a Cologno Monzese, è il nulla, questo compitino scopiazzato e assurdamente pretenzioso (voce fuoricampo e paraculaggine sonora rievocano inquietantemente l'ipertrofico ego autoriale del Carboni di Shooting Silvio) lo restituisce tanto fedelmente da farsi nulla esso stesso. Sequenze graffianti come non se ne vedevano dai tempi del neoscapigliato Carbotti cui supra. Su tutte, l'orfano figlio della lupa Lele Mora e il disinvolto swingin' dick del bel tenebroso Fabrizio Corona che si prepara per l'ufficio.
Beninteso, in Italia l'informazione ha diversi problemucci: certo che se fosse tutta à la Videocracy non sarebbe 'sta gran perdita.

11.9.09

E allora mangia la merda!

Niente di nuovo, forse. Ma quanto ci fa bene sentircelo ripetere.

8.9.09

Dite che vi mando io

Il Corriere e Repubblica che aprono sulla dipartita di uno che manco Papi stava più a sentire, la dice lunga (e dura, restando metaforici) sulla fenomenologia nostra. Con buona pace del prof. Eco.

3.9.09

"...poi fumiamo le sigarette
che a casa nostra non ci vedono mamma e papà"

Dente - Vieni a vivere




Poeta vero, che scrive come vive e vive come scrive, lo ricordo in un gelido inverno parmigiano del '97.
Spaurito studentello già dissociato/ghettizzato dall'aridità miliardaria dei promessi principi del foro, il nastro girava L'era del cinghiale bianco
e un limpido cielo padano vegliava sul mio ciondolare nella "piccola Parigi".
Lui si occupava di struggimenti meno autoreferenziali e più spericolati dei miei: recapitava biglietti d'amore e di rivoluzione ("che è amore, pronunciato alla rovescia") su davanzali innevati di saporite quanto indigeste matricole pugliesi, zazzere fluorescenti e poster dei Prodigy.
Lo incrociai una sola volta, mi pare. Davanti ad una moka postprandiale - e postcoitale, stando agli estatici sospironi al di là del muro.
Quasi mi usciva un frollino dal naso quando quel silenzio stranamente non imbarazzante, fu increspato da un suo candido 'Anche tu latte a lunga conversazione?'