QUALCOSA
DI SBAGLIATO
Ieri
sera mi è bastato risorseggiare un Negroni
sbagliato,
in quanto affogato nel gin e nel ghiaccio,
lasciandomi
poi mischiare a patetici strusci rivieraschi,
per
voltarmi indietro e trovarmi dentro quella compulsività
circolare
che bruciò d’inconsapevolezza la mia tarda gioventù…
Quando
l’ora era sempre troppo tarda, la stanchezza già fiaccava
anche
quell’incedere da vitelloni nel quale in tanti ci ostinavamo…
Quando
l’alcool sembrava infondere sicumera
mascherando
l’impotenza di ogni nostro proposito…
Quando
il richiamo della carne non avrebbe avuto pietà di noi…
Così
ogni desiderio finiva per ridursi a bisogno
ed
ogni mondo anelato nient’altro che microcosmo trafelato:
dal
rivendicare una vita migliore, quasi senz’avvedersene,
ci
si ritrovava ad elemosinarne un giorno, un attimo meno mesto…
Lì,
quando noi tutti fummo giovani
confinati
entro il nostro perimetro giovanile
dove
mai sarebbe stata possibile alcuna rivoluzione
se
non, esiliandosi, la propria individuale disperazione.