7.9.13

QUALCOSA DI SBAGLIATO


Ieri sera mi è bastato risorseggiare un Negroni
sbagliato, in quanto affogato nel gin e nel ghiaccio,
lasciandomi poi mischiare a patetici strusci rivieraschi,
per voltarmi indietro e trovarmi dentro quella compulsività
circolare che bruciò d’inconsapevolezza la mia tarda gioventù…

Quando l’ora era sempre troppo tarda, la stanchezza già fiaccava
anche quell’incedere da vitelloni nel quale in tanti ci ostinavamo…
Quando l’alcool sembrava infondere sicumera
mascherando l’impotenza di ogni nostro proposito…
Quando il richiamo della carne non avrebbe avuto pietà di noi…

Così ogni desiderio finiva per ridursi a bisogno
ed ogni mondo anelato nient’altro che microcosmo trafelato:
dal rivendicare una vita migliore, quasi senz’avvedersene,
ci si ritrovava ad elemosinarne un giorno, un attimo meno mesto…

Lì, quando noi tutti fummo giovani
confinati entro il nostro perimetro giovanile
dove mai sarebbe stata possibile alcuna rivoluzione
se non, esiliandosi, la propria individuale disperazione.

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