14.3.13

Habetis Papam

"Purtroppo, non so come, siete in tanti; e molti, qui davanti, ignorano quel tarlo mai sincero che chiamano pensiero." 


6.3.13

Chiuso per lutto

Hugo Rafael Chávez Frías
28 Luglio 1954 – 5 Marzo 2013

5.3.13

TRA POPULISMO E SNOBISMO
(… ANCHE SE IL PRIMO NECESSITEREBBE DI UN POPOLO, AL SECONDO BASTA UNA MASSA)


Qualcuno era (stato) comunista perché…
… Non ancora abbastanza disilluso da smetterla di votare.

Qualcuno era (stato) comunista perché…
… Forse in cerca di illusioni diverse da quelle di una Sinistra storicamente ovunque, tranne che al suo posto.

Qualcuno era (stato) comunista perché…
… Sentiva di avere un'unica possibilità di non vedere più i D'Alema, un'ultima possibilità di vedere i Berlusconi in galera.

Qualcuno era (stato) comunista perché…
… Anche qualora i suoi grilli per la testa non fossero il male minore… 'mal comune mezzo gaudio', se per una volta toccasse pure al Potere!

Certo, è un po' pochino per non morire comunisti, potrebbero affrettarsi a concludere tanti… che magari hanno votato gli Altri anche per meno.


(http://www.sinistrainrete.info/teoria/1499-michela-russo-il-populismo-secondo-laclau.html... Buona lettura!)

2.3.13

America, my home sweet home...

Onde evitare ingenerosità di giudizio o stroncature puramente esibizionistiche, credo sia irrinunciabile una premessa. Un film del genere va scisso almeno in due elementi oggetto di potenziale analisi: la "messa in scena" e la visione politica - detto altrimenti, il momento tecnico ed il momento ideologico. Quanto al primo, nulla da dire, chapeau (almeno stando alle limitate conoscenze registiche di chi scrive): su tutto, onore al merito di chi riesce, come in questo caso, a rendere con la propria perizia non dico avvincente ma senz'altro non indigesta, una pellicola di circa due ore e mezza imperniata, al netto degli evanescenti richiami alle questioni politico-economiche sottese, su di un unico dato narrativo: la caccia al terrorista, sino al Terrorista per antonomasia... occidentale. Venendo invece al secondo elemento, sul quale ho la presunzione di disporre di qualche elemento critico in più, dispiace constatare null'altro che "il mondo come volontà e rappresentazione" (con buona pace di Schopenhauer) a stelle e strisce, o direttamente dal quotidiano Stars and Stripes. Ossia buoni contro cattivi, con un tocco sapiente di politicamente corretto per cui non si omette di denunziare, anche a costo di lungaggini diegetiche decisamente soporifere, (parte) dei crudeli mezzi che giustificano i nobili fini dei buoni - in questo caso non senza una consolidata scaltrezza nel selezionare accuratamente le pratiche meno disumane dell'inesauribile repertorio dei custodi della Democrazia. 
Dunque, se questo è l'"impegno" dei film che si piccano di sporcarsi le mani sul campo di battaglia, meglio rivedersi un Rambo (il primo, beninteso); o, per spostarsi su un altro pianeta, ben venga quella miopia patriottica di Cimino, che almeno fu grande cinema: per idee (poche ma coerenti), interpreti (inarrivabili), affabulazione tout court (indimenticabile) - mi riferisco ad Il cacciatore, i cinefili di casa su queste pagine perdonino la precisazione pleonastica.