22.5.07

Addavenì Barbone...


"Tu adesso non vuoi parlare con lui
perchè sei ancora legato
a certi facili schematismi...

Sì, forse sì..Mi pare di ricordare
che io sono una persona schematica."

Nanni Moretti, Palombella Rossa












Sarà il presuntuoso elitarismo tipico della cultura di sinistra cui, nonostante tutto,
sento di appartenere.
Sarà la frustrazione per un'alba dell'avvenire mai sorta,
per un altro mondo impossibile...
Sarà pure che sono un imbecille intollerante.

Sta di fatto che nelle (rare) occasioni in cui mi sforzo di superare certi personali pregiudizi, finisco solo per trovarne puntuale conferma.
Prendiamo quel Massimo Fini, sorta di scarabocchio epilettico di monsieur Daniel Pennac.
Inizio seriamente a credere che nei nomi, anzi cognomi, ci sia una predestinazione di coglioneria.
Del suo genio irriverente avevo finora colto, tra uno squassante tic e l'altro, solo sporadiche perle; su tutte, una tirata, intollerabile nel suo sgangherato qualunquismo, anti democrazia. Un micidiale bignamino dall'Atene del V secolo all'imperialismo yankee, ideale per i fedelissimi del Gatto Giuliano o per gli azzimati ospiti della terza camera del Parlamento presieduta dal buon Bruno da L'Aquila...

Poi, lo scorgo far capolino dal sito ComeDonChisciotte, secondo me uno dei pochi laboratori di informazione ancora libera - e, puntualmente, pluriquerelato - .
La cosa mi sorprende e, forzandomi ad una tabula rasa degli avvilenti precedenti, provo a capire cosa vada predicando quest'uomo. Inutile dirvi che, cosa per me rarissima, mi incazzo.

Ma non voglio condizionarvi. Per chi ne avrà la pazienza, di seguito riporto un estratto del "manifesto" sottoscritto dal suddetto ed altri intellettuali del suo calibro.
A mio giudizio, ancora una volta un capolavoro di qualunquismo, demagogia da comizio di paese, ritrite condanne della civiltà dei consumi occidentale (Pasolini ne aveva parlato, compiutamente e profeticamente, quando? Quarant'anni fa?) e, alla radice della mia poderosa ulcera montante, vergognose mascalzonate (se l'illustre Giorgio Bocca mi passa la citazione) sul marxismo.


Il marxismo si è rivelato incapace di contenere e di sconfiggere il capitalismo.
Perché non è che una variante inefficiente dell'Industrialismo. Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi, modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza. Questa utopia bifronte ha fallito. L'Industrialismo, in qualsiasi forma, capitalista o marxista, ha prodotto più infelicità di quanta ne abbia eliminata. Per due secoli Capitalismo e Marxismo, apparentemente avversari, in realtà funzionali l'uno all'altro, si sono sostenuti a vicenda come le arcate di un ponte. Ma ora il crollo del marxismo prelude a quello del capitalismo, non fosse altro che per eccesso di slancio.


Su questi temi fondanti però si tace o li si mistifica. Anche le critiche apparentemente più radicali si fermano di fronte alla convinzione indistruttibile che, comunque, quello industriale, moderno, è 'il migliore dei mondi possibile'. Sia il capitalismo sia il marxismo, nelle loro varie declinazioni, non sono in grado di mettere in discussione la Modernità perché nella Modernità sono nati e si sono affermati. Danno per presupposto ciò che deve essere invece dimostrato.

Come dicevo, non voglio influenzare il personale convincimento che ognuno voglia formarsi su questa marea di cazzate anzi, mascalzonate - come chiosò sapido Bocca sul capolavoro di revisionismo storico del nostro caro ex Presidente del Senato Pera -.
Ma su un aspetto - che poi a mio vedere fa crollare l'intero castello di sabbia dello schizofrenico bambinone - non riesco a tacere: su quelle righe mi sembra di intendere che si paragonino capitalismo e marxismo come due categorie storiche, oltre che economiche (nel caso del liberismo) ed economico-filosofiche (nel caso del marxismo) - come precisato dallo stesso Marx nei suoi Manoscritti economico-filosofici del 1844 -. Ebbene, spero che questo signore risponda al mio invito, già inoltratogli sul suo sito (a proposito, se volete continuare a farvi del male: www.massimofini.it), di illustrarmi in che epoca storica e con riguardo a quali stati si sia avuta un'attuazione del marxismo - se si eccettua la Rivoluzione d'Ottobre, benchè quel periodo storico, definito nella teoria rivoluzionaria marxista-leninista "dittatura del proletariato" sia una fase solo transitoria e funzionale alla creazione dei presupposti, mediante il sovvertimento dello status quo ante, di instaurazione di una società comunista propriamente detta -.
Una società, in estrema sintesi, caratterizzata dal superamento della divisione della collettività in classi sociali ed in diversi ordinamenti statali - categoria giuridica, quest'ultima, di matrice squisitamente liberale - nonchè dalla socializzazione dei beni
e dei mezzi di produzione, che divengono di proprietà dell'intera collettività.
Ma probabilmente questo signore voleva, parlando di marxismo, riferirsi faziosamente a certi regimi dittatoriali cd comunisti, da Tito a Mao a Stalin, fingendo di ignorarne la diversità rispetto al marxismo.
Caro Lei, sappia che le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male.

(E mi fa incazzare..)


36 commenti:

Anonimo ha detto...

nda cazz si pppesand'!!!!

montelli

si vabbè e mo dimmi di imparare l'italiano, di farmi una cultura, di ridare l'esame di V elementare, che tratti temi scottanti che bla bla bla bla bla bla

Sor Vichi ha detto...

Borghese sei te, che ospiti in casa un culattone!

Anonimo ha detto...

Io sò pe stalin.beviamo tutti per benin noi che siamo tutti per stalin

Anonimo ha detto...

Ed è contento anche il nono...

Sor

Anonimo ha detto...

bah.
è mezzanotte, ho sonno, è un pò che non scrivo qui.
Mo sparo due cagate come mi escono.
N.B:: Ma chi cazzo è Massimo Fini?

Penso che nel 2007, oramai, il marxismo abbia dato il meglio di se solo nella sconfitta dello strutturalismo nelle scienze sociali...e di certo è un pò delundente visto che Marx è nato molto molto prima che lo strutturalismo fosse inventato.

Per il resto, NELLA VITAREALE, dove effettivamente il marxismo doveva essere applicato, purtroppo ha fatto solo mostri.

Ha spesso dato solo speranze ma queste non hanno mai avuto vere concretezze perchè, pur essendo un i'dea seducente, il marxismo (almeno quello inziale Marxiano) è solo un allucinante semplificazione della realta storica.

Come archeologo penso che nell'analisi della storia passata Marx, di base (come è ovvio per un 'intelletuale ottocentesco) agiva all'interno di un framework classificatorio troppo semplicistico ed imponeva astrattamente dei concetti decisi a priori (e.g.lotta di classe) a delle epoche e sistemi sociali di cui, lasciatemelo dire, non sapeva e non capiva un cazzo.
Il cercare di applicare per forza i concetti (ottocenteschi) di proletariato & borghesia a tutte le epoche è una follia marxiana, culturalmentedeterminata, e perciò fallata.

Che le ideologie ("oppio dei popoli") abbiano sempre avuto un valore negativo di (per semplificarkla moltissimo e dirla in termini concreti) "fregare il proletario e nascondere il guadagno del borghese" è una CAGATA culturalmente determinata che poi anche tra i pensatori marxisti, specie Gramsci, verrà abbondamtemente negata.

Riconosco perè che Marx e sopratutto i Marxiani hanno fatto molto rifettere noi "scienziati sociali," perchè ci hanno dato lo stimolo a pensare maggiormente a livello di conflitti sociali (anche se però ci sono delle deviazioni funzionaliste da 4 soldi...).

Ritornando nel MONDO REALE, dico ancora che il Marxismo di Marx, quello iniziale ottocentesco, non poteva che finire come è fuinito ed essere deviato per coeme è stato deviato nelle dittaure che conosciamo.

E' questo perchè:

1) Siamo nelo mondo reale con individui diversi con teste ed esigenze e situazioni diverse. NON nel modello direaltà fittizia o comunque culturalmente determinata (e quindi non perenne e perpetuamente valida) descrita da Marx.

2) la sua interpretazione stessa della realtà (su cui si basebbero poi le attuazioni del marxismo) il Marixmo ottocentesco è puro semplicismo.

Che poi il marxismo abbia avuto altri riscontri positivi collaterali (e.g.attenzione al lavoratore, etc.) è di certo un fatto che non voglio negare.
Alla fin fine sono disinistra, anche se, a Dio piacendo, ho smesso di definirmi comunista 10 anni fa.

Ngulo, mi sono fritto il cervello evado a dormire

Sor Vichi ha detto...

Diciamo che, al momento,
non ho parole.
Ma puoi stare sicuro che le troverò.

Sor

Anonimo ha detto...

Caro Cherlo, pare che la notte porti consiglio..
E in effetti qualche cosa da dire,
l'ho trovata.

Se il marxismo è stata "allucinante semplificazione della realtà storica", non da meno è stato il liberismo ottocentesco, da Smith a Ricardo.
La fortuna del capitalismo è, a mio vedere, da rintracciarsi in una maggiore congenialità alla ferocia umana, nonchè in precise contingenze storiche:
se Lenin dopo il '17 fosse riuscito a convincere la socialdemocrazia tedesca a non votare i crediti di guerra, ed esportare la rivoluzione, secondo quella visione internazionalista consustanziale al marxismo-leninismo,
la Storia avrebbe preso un corso ben diverso.
Migliore o peggiore, non è dato sapere. Ma, a quasi due secoli di distanza, con 2/3 del pianeta che muoiono di fame, malattia o guerre ed i basilari diritti civili e sociali appannaggio di minoranze, mi riesce difficile immaginare un corso storico peggiore.

Ancora, sul "non aver capito un cazzo": l'imperialismo come "fase estrema del capitalismo", teorizzato da Lenin. Mi pare che, dalla grande guerra ad oggi,
le dimostrazioni di questa tesi non manchino.

Infine, sulle "ideologie che non fregano il proletario nascondendo il guadagno del borghese"..Be', non c'è bisogno di andare in Ruanda: basti vedere le masse del nostro BelPaese - sempre più lanciato verso derive sudamericane - a bersi per anni la merda propinata da miliardari mafiosi e pluricondannati..
Sul concetto di "popolo" nell'accezione gramsciana trasformatosi in "massa" per l'omologazione culturale e sociale capitalista, possiamo pure discutere.
Sta di fatto che la povertà c'è sempre, cambia solo l'etichetta. Altro modo per metterla in culo a chi non sa come campare.
E poi, una critica così impietosa delle ideologie, dei dogmi se preferisci, da parte tua, mi sembra poco onesta intellettualmente.
Ma spero che in questo tu non veda mancanza di rispetto per la tua intelligenza, cultura e scelte di vita.

Sor

Unknown ha detto...

Non vorrei disgarbarti ma la fica?
Dove la mettiamo la fica eh?

Unknown ha detto...

e comunque darei:

7 a montelli per la capacità di esprimere un pensiero denso di significato con 4 parole

8 a cherlo per la capacità riflessivo-espositiva nonchè per l'elevato spessore argomentativo

4 a sor vichi per incoraggiamento..

cirellus ha detto...

i tuoi giudizi sono oltremodo faziosi.
il re della play

Unknown ha detto...

oltremodo faziosi..e perchemmai?

L'imperatore del joypad

Anonimo ha detto...

Vabbò, iètevene!!

Sor

Unknown ha detto...

diamo fastidio?

Unknown ha detto...

eh?

Unknown ha detto...

eh?

Unknown ha detto...

eh?

Unknown ha detto...

eh?

Unknown ha detto...

eh?

Unknown ha detto...

eh?

Unknown ha detto...

ah?

Unknown ha detto...

ah?

Anonimo ha detto...

Fate molto male a ridere...

Sor

Unknown ha detto...

ah?

cirellus ha detto...

ridi, ridi, Mario...poi quando ti porto la gente con la faccia del duce tatuata sul braccio...poi vediamo se ridi ancora...
cy

Anonimo ha detto...

Ringrazio Carlo per il buon voto
Odio essere intellettualoide, (ed odio gli intelettualodi) ma questa tesi mi sta logorando i neuroni.
Alessà, non mi offendo e forse sono stato poco chiaro.
Il mio problema è che io con il marxismo ho a che fare soprattutto a livello di interpretazione storica e, troppo spesso ho riscontarto che nasconde solo un banale funzionalismo.
Comunque, CACCHIATE ACCADEMICHE A PARTE.
Nel mio passato post volevo solo dire che il fallimento del Marxismo c’è stato perché Lle basi (ovvero la visione Marxista della storia) erano una grossa semplificazione.
Ad esempio che la società Imperiale Romana si basi solo sullo sfruttamento degli schiavi e dei proletariati urbani è una semplificazione di cui ogni storico serio riderebbe.
Eppure quelle era la visione Marxiana (o dei filoMarxisti posteriori) dell’Impero Romano.
Certo, anche il liberismo ottocentesco è una grossa semplificazione (e chi ha mai affermato il contrario??), ma di certo a livello empirico, nella sua attuazione concreta il liberismo (non di certo a livello delle formulazioni teoriche liberiste dell’ottocento europeo) resta più naturale e più ovvio a numerosi tipi di società umane (dalle confederazioni maya alle città stato arabe dell’oceano indiano, per fare due esempi estremi che non c’entrano un cazzo l’uno dall’altro) che tutte le varie fasi di rivouzione (dittatura del proletariato, etc.) proposte da Marx che presuppongono una grado maggiore di deviazione della realtà concreta per come si sviluppa naturalmente nelle società umane.
“Il non capire un cazzo” delle società passate non era solo riferito a Marx, ma anche a me, a te e a tutti quelli che camminano e respirano oggi e che non vivono nell’antichità storica.
Il punto è ammettere che “io non capisco un cazzo del passato” perche non sono un uomo del passato è il primo passo per l’intepretazione, passo che Marx non poteva fare nell’800.
Percio le sue premesse storiche sono fallate.
Sono semplificazioni e, visto che lui semplifica sul passato (l’eterna lotat di classe), le soluzioni epr il futuro che porpone sono solo semplificazioni.
L’argomento è complesso ma semplificando moooolto si puo dire così:
Gli storici oggi come oggi cercano di trattare le proprie argomentazioni all’interno di framework mentali che siano il piu possibile “culturalmente neutri.” E’ certo che le nostre intepretazioni non rispecchieranno mai al 100% la realtà antica, perciò ciò che si deve fare, per “contaminare” l’intepretazione il meno possibile, è non imporre alla realtà antica nostri schemi (i.e. pippe mentali).
La cultura 800centesca insegnava a Marx (ma anche a noi dalle elementari…) a fare tutto il contrario, ovvero a forzare la storia, perciò egli semplifica.
Il mio giudizio sul capitalismo è negativo come è il tuo ma penso sempre cha la storia no si fa con i se e con i ma.
Per questo non condivido il tuo:
“…se Lenin dopo il '17 fosse riuscito a convincere la socialdemocrazia tedesca a non votare i crediti di guerra, ed esportare la rivoluzione, secondo quella visione internazionalista consustanziale al marxismo-leninismo la Storia avrebbe preso un corso ben diverso. …”

Il Marxismo è fallito perché non è adattabile ala realtà. IL Marxismo è fallito. Punto.

Mille libri di Lenin e Marx non potrebbero negare la pura realtà che certe teorie non vennero e non verranno mai applicate nel caso in cui vengono applicate non fanno che essere deviate e strumentalizzate ma, anche nel caso non siano deviate, portano davvero l’uomo alla felicità?
No, perché sono solo delle semplificazioni di situazioni sociali molto più complesse, come potrebbe spiegare qualsiasi antropologo o sociologo decente.

E anche se fosse, la bolla di sapone della rivoluzione di Lenin, quanto sarebbe sopravissuta alla sua morte e alle ovvie imperfezioni degli uomini che avrebbero dovuto esportarla questa rivoluzione?
Guardiamo la storia Russa egli scorsi 80 anni e vediamo come l’idealismo marxista è solo un illusione non applicabile.
Non penso che Il Marxismo possa risolvere la fame nel mondo.
Non lo ha fatto e non lo farà.
Certo una certa “cultra di sinistra” ha pure portato a benefici in certi paesi, ma non l’applicazione dei principi Marxisti che è impossibile (o almeno è impossibile in questo piano dimensionale)
Passando poi al tuo giudizio sul nostro BelPaese penso che le mostruosita di cui ti lamenti (e di cui mi lamento pure io) siano dovute ad una mentalità feudale connessa ad uno statalismo mafioso/bieco, che di certo definire capitalistico non è un giudizio troppo onnicomprensivo.
Per ciò che riguarda “una critica così impietosa delle ideologie, dei dogmi se preferisci, da parte tua, mi sembra poco onesta intellettualmente.”
Perché criticare l’ideologia Marxista vuol dire criticare tutti i tipi di ideologie?
Tutto al contrario, quando parlavo del rapporto ideologia/Marxismo mi riferivo al fatto che Marx guarda negativamente tutte le ideologie, come maniere per fregare il proletario.
Ma, come ti ho detto quello è un problema di Marx, ma non di tutti i Marxisti posteriori. Gramsci ad esempio salva il valore dell’ideologia (specie la relgione), anche se lui di certo non poteva essere definito un credente.
Ora stacco il cervello prima che me lo finisca a fr4egare.
Buonanotte

Anonimo ha detto...

e cmq se ci sta 1 che fa il culo alla play senza averla e senza allenamento ......uagliù è questione di manico.cazz sò forte.Valdo

Anonimo ha detto...

Nomvete dell'udinese ...e ho detto tutto.semper fidelis Valdi

Anonimo ha detto...

se parliamo di nazionali vorrei ricordarvi le lacrime fatte sgorgare dalla felpa abitante nei piedi di valderrama.

il virtuoso del meccanismo,
cy

Anonimo ha detto...

Andate, andate a giocare al pallone! L'atletica è la regina degli sports!

(Orazio non c'è, andatevene..)

Sor

Unknown ha detto...

ah valdo ma se l'ultima volta a casa di Tinaro olanda(io)-inghilterra(tu) è terminata 5 a 0
chi è lu cchiù fort ah?ah?

Anonimo ha detto...

lu chiùù fort so je!!!!!!!

montelli

Anonimo ha detto...

incontro non omologato per doping birresco.Valdo(l'artefice del marchingegno)

Anonimo ha detto...

Aò, e basta co' sto bar sport!
Qua non siamo mica alle giostre!
C'è gente che soffre...

Il titolare della baracca

Anonimo ha detto...

Quello che paga l'affitto,
per intenderci...

Anonimo ha detto...

Caro Cherlo, emerso dalla selva oscura di baggianate di codesti stronzi, trovo il tempo
di risponderti.
Innanzitutto, lasciami dire quanto ho apprezzato il tuo lapidario
"Il mio giudizio sul capitalismo
è negativo come è il tuo".
Tra noi sono precisazioni forse superflue, ma esplicitarle fa sempre bene allo spirito, specie di questi sempre più merdosi tempi.

Venendo allo schematismo/dogmatismo assai retorico del buon Carlo (Marx, non Acerbo..): altro aspetto pacifico per entrambi, direi - l'incipit del Manifesto sulla storia come storia di lotta di classe, è un bignamino storico insidioso quasi quanto gli appunti di biologia del buon Orlo(quelli delle tue "mezze lette" mattutine, che poi mi sintetizzavi nell'ora di ginnastica..)-.
Come anche la critica alla religione, che sviluppando le tesi feuerbachiane, mostra una colossale ignoranza storica.
Altro punto sul quale, ahimè, non posso darti torto, è che il modo di produzione finalizzato al profitto ed imperniato sul concetto di plusvalore, proprio della cd economia classica (come da lezioni pagliarelliane), sia più congeniale alla natura umana e trovi quindi mille esempi storici di organizzazioni sociali così articolate.
Ma questa è proprio, a mio vedere, una delle ragioni della fortuna del capitalismo, come ti dicevo.
Da qui a dire che la natura umana, nel suo egoismo o ferocia sicuramente più aprioristici (nel senso kantiano di non desunti dall'esperienza) della socialità/altruismo, non possa essere "costretta" dalle leggi, e che dunque una sociatà completamente diversa come quella comunista sia inattuabile, ce ne passa.
Certo, finora non l'abbiamo avuta e forse mai la vedremo, quell'alba dell'avvenire; temo anch'io che, come diceva Pasolini, la storia d'ora in avanti sarà solo storia borghese(nel senso di sviluppo, evoluzione e globalizzazione di quel tipo di rapporti di produzione e dunque di civiltà).

Ma un altro grande merito dell'analisi marxiana, per me sta nella centralità data ai rapporti di produzione (la cd struttura) come motore dello sviluppo storico e sociale. Che poi la previsione del collasso della borghesia per le sue implicite contraddizioni si sia rivelata una profezia sballata, è indubbio.

Sull'Italia, intendiamoci: l'ho usato solo come esempio di potere della demagogia da parte del Palazzo rispetto alle masse.
Perchè da noi, anche parlare di capitalismo in termini tradizionali, risulterebbe una forzatura approssimativa.
Arriviamo col boom dei '60 ad una trasformazione rapidissima - e geograficamente parziale - dell'economia da agricola ad industriale, in ritardo rispetto al resto d'Europa, e senza il passaggio intermedio di una rivoluzione "borghese" sul modello francese.

Ho rotto abbastanza le palle?
Ma almeno arginiamo sta fame di puttanazze e pallone che infesta il blog!
Ciao Porco! Buona Inghilterra..

Il bloggaro

Anonimo ha detto...

ngulo che pesantezza.