LA SERA DI CHI RESTA
Non mi sono mai sentito così solo
come nella città in cui sono nato.
Forse perché è lì che ho dovuto vivere
i primi Natali scartati i doni,
le prime Pasque smessi gli abiti buoni.
Ascoltare ed imparare a conoscere
quel vuoto di ogni silenzio festivo.
Lì che ho iniziato ad illudermi:
insegnandomi, nella colpa più incosciente,
la speranza.
A Valerio Di Nocco
che, voglio credere,
scriva per non morire
o, almeno, per imparare
o, almeno, per imparare
2 commenti:
Belle righe....
Grazie caro, conosci un certo Ergassìa?
Sor che i tramonti li vedrebbe con sua madre
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