17.7.13

IL SENSO DEL BELLO

Io vedo moltitudini nel tuo ventre deserto


Quanta bellezza, perfetta compiutezza, 
in queste carni che nel tepore si scoprono,
ed in queste anime che a denudare
è la più tiepida stagione…
Quale speranza in questa giovinezza
che sfila dinanzi ai miei occhi
come già, un tempo, dalle mie membra
senza lasciarsi mai trattenere
o anche solo afferrare, carezzare, schiaffeggiare…
Che senso ha, se giustizia
non può chiedersi, all’uomo come al pensiero,
che senso può avere mettere al mondo, concedergli
tutta la purezza che degli spiriti e dei corpi
possono accogliere, celare, contenere,
quando poi dovranno versarla
con volgarità di lacrime, sangue e sudore,
solo per pagarsi quell’esistenza che rimane
confinata tra gli interrotti coiti giovanili
e le invivibili convivenze senili.    


(Ho trovato queste parole come incise sotto la pelle
d’un braccio di giovane, nutrito di sole e di attese:
florida pelle incurante che il mio sguardo ha preferito
alla fretta del paesaggio dallo schermo di un finestrino)  

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