IL SENSO DEL BELLO
Io vedo
moltitudini nel tuo ventre deserto
Quanta
bellezza, perfetta compiutezza,
in queste carni che nel tepore si scoprono,
in queste carni che nel tepore si scoprono,
ed
in queste anime che a denudare
è
la più tiepida stagione…
Quale
speranza in questa giovinezza
che
sfila dinanzi ai miei occhi
come
già, un tempo, dalle mie membra
senza
lasciarsi mai trattenere
o
anche solo afferrare, carezzare, schiaffeggiare…
Che
senso ha, se giustizia
non
può chiedersi, all’uomo come al pensiero,
che
senso può avere mettere al mondo, concedergli
tutta
la purezza che degli spiriti e dei corpi
possono
accogliere, celare, contenere,
quando
poi dovranno versarla
con
volgarità di lacrime, sangue e sudore,
solo
per pagarsi quell’esistenza che rimane
confinata
tra gli interrotti coiti giovanili
e
le invivibili convivenze senili. (Ho trovato queste parole come incise sotto la pelle
d’un braccio di
giovane, nutrito di sole e di attese:
florida pelle incurante che il mio sguardo ha preferito
alla fretta del
paesaggio dallo schermo di un finestrino)
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