4.6.12

EX CATHEDRIS
  

Da mero sociologo amatoriale,
già opinionista provinciale,
a mesto fuoricorso di comunicazione…
O miei cinema, musica, televisione,
d’obliarvi mi resta la tentazione,
mentre d’odiarvi dispero la passione,
come casi liceali di un’unica declinazione.
Tronfie matrioske dal contenuto
all’incurante loro ventre sconosciuto
o scaltro ricattatore
di un perentorio vettore:
questa, per voi, la mia traduzione!

Nell’ennesimo rimando fatale
all’autoassoluzione più puntuale
scaricando sulle stinte creste alienate
d’elettroniche teste d’acido bruciate
un ricorso di “paralisi culturale”
nel loro disfacimento tribale.

Cinema,
o timore di esprimere un’opinione
che non sia d’educata compagnia
a meno – per i più audaci –
di non citare l’intera filmografia.

Televisione,
o con lo schermo interloquire
quale precoce demenza senile
a rivendicare una residua forma
d'individuale esistenza civile.

Musica, o liriche a memoria
tra sottecchi imbarazzati
dal circo dei sempre giovani invasati
per ripetersi dentro quanto abbiano ragione
e non ravvisare di sé, fuori,
da essi alcuna distinzione.

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