23.5.12

IL MIO SUDAFRICA

"Che annega nel mare urbano di donne indifferenti e un po' qualunque"


Avrei voluto esser fotografo,
un mattino, in cui tra gioventù perdute
sciamanti verso la scuola
un'adolescente non sgraziata
quanto la sua desiderabilità
così vanamente invocata,
nella distrazione o fastidio
dedicati ad un muro o un randagio
lasciava sfiorare dalla sua borsa firmata
- passaggio di testimone
d'ogni suo materno amore -
la nuda pelle di un giovane africano:
incorrotta dignitosa bellezza
di chi lontano dagli specchi,
dalla madre e i suoi occhi,
l'ha vista fiorire
come unica ereditaria ricchezza
da provare a custodire.
Un giovane uomo
dagli occhi di bambino
lasciati lontano, come tutti gli esuli
della sua negra terra,
per l'immota attesa di un bus
verso il cantiere, la piantagione, la riviera,
o quale altra quotidiana vita di miseria.
Avrei voluto, un mattino,
che dalla sua inesistenza
per quella futura donna qualunque
nell'intero mio Paese
mai ancora giunto al dunque,
tutti ci disperdesse il fiorire
di un'inimmaginata,
non più tradita Resistenza:
nella violenza della mitezza
che di ogni Sudafrica del mondo
è incorrotto mattino di bellezza. 


2 commenti:

Orazio ha detto...

Pezzo molto bello,complimenti.

Anonimo ha detto...

Caro Orlo, sei sempre troppo buono. Io scrivo solo per te, che me ne frega lo posso fa'!