8.12.11

SPAZIARE

Incontro un tale, telefona coram populo in abiti e pose di compulsiva arroganza, da broker minore; mi costringo a riconoscerlo, era il fidanzatino di una mia compagna di scuola: ricca lei, anzi “benestante” come usava discernere allora la buona borghesia moderata o progressista; impegnato a fondo, lui, a non sembrare da meno, illudendo se stesso per ingannare in modo convincente gli altri, spiegava con mal assimilata indifferenza di gettare gli spiccioli troppo minuti, che gli ingomberavano le tasche. Fu quella coppietta, senza futuro come tutte in quegli anni in cui qualcuno ebbe l'unico futuro, e senza presente come molte unitesi da quartieri troppo lontani e famiglie troppo simili in potenza ma diverse in atto, che mi si parò davanti all'uscita, solitaria come l'entrata tre anni prima, dall'esame di III media. Lui non apparteneva alla conventicola dei miei odiatori gratuiti, gli bastava avermi archiviato come innocuo o impotente intralcio ai suoi scopi, per dispensarmi finanche cordialità, in simili occasioni socialmente non compromettenti.
Facendosi portavoce di entrambi i cuori, certo a mio beneficio palpitanti all'unisono, mi chiese dell'esame: rimane ancora oggi una delle rare occasioni in cui una domanda sulla carriera non tradì palese disinteresse o astio mal celato, a seconda dell'esito della sommaria comparazione interiore in simultanea. Risposi che fortunatamente non era stato all'altezza dei penosi stati d'animo che l'avevano preceduto nelle ultime settimane: dopo aver risposto ad una prima domanda vergognosamente generica, avevo “spaziato” collegandomi agli argomenti delle altre materie, senza interruzioni fino al frettoloso congedo ricevuto. Sentendo che avevo “spaziato”, lui rise di cuore, forse riuscendo ad ingannarmi di averne uno: 'Spaziato, io non c'avrei mai pensato... cioè, perché non so manco che vuol dire!' Questo sembrò autorizzarmi ad una risata, che consumammo collettivamente, salutandoci tutti e tre, probabilmente per sempre.
Quando l'ho rivisto, ho pensato che tutto ciò che allora non sapeva deve averlo ben imparato, o qualcuno deve averglielo spiegato, se ora lui lavora in una banca mentre io, ormai quasi alla seconda laurea, sono ancora disoccupato.


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