30.10.11

ATEI IN CORSIA

Dio non c'è, ci sono soltanto dei.
Non in cielo, logicamente, ma tra alcuni di noi.
Siano primari, strutturati, specializzandi,
sono dottori, questo basta a celebrarli.
Al di sotto, d'intorno,
le loro ninfe, i loro coppieri:
gli inarrivabili del posto fisso, 
gli eletti di confraternite politiche,
gli iniziati di sette teocratiche...
infermiere, passacarte, barellieri.
Alcuni di noi, in una sala d'attesa,
interrogandosi, mentendosi, tremando
su significati, implicazioni, sottintesi 
di un responso, una diagnosi;
sperando, con le forze superstiti alle lacrime trattenute 
tra quei sottecchi d'indifferenze morbose che li circondano,
che sia o diventi tutto un niente,
che giunga accompagnato dal rimprovero ruvido
di un padre a cui nulla potrebbe mai capitare,
perché vola radente, lui, sulle puerili cure umane,
librato sulle ali di un camice ben stirato
oltre le nubi di malati, di congiunti, di vecchi annoiati 
che inseguono un solo tocco, istante d'eterna illusione,
un'estensione d'elezione in cui il male non li possa più trovare.
Dio non c'è, ci sono soltanto dei.
E cadono, a volte, da veri eroi:
come un medico curante
paziente e sereno in accettazione
della propria testa sanguinante.

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