16.9.11

PIAZZA IMMONDA

Ricorda, figlio mio, la felicità dei giochi non tenerla tutta per te.”


Errando tra magri banchetti
orfani d'un lavoro da festeggiare,
frugando tra ingenue magliette
per l'imminente stagione buona
nuovi alibi, identità, travestimenti
sotto cui inarcare i petti,
scagliare a padri così distratti e comprensivi
gli ultimi recitati esclamativi,
utopici anacronismi inoffensivi.
Vecchie maschere familiari
d'aristocratici guerriglieri, tirannici proletari
celavano i contorni iperreali
di un ultimo martire, ragazzo
Carlo Giuliani.

Carlo, eterno ragazzo in morte.
Carlo, vivo in noi
eterni ragazzi in vita.
Vivo in noi
morti prima, più di lui.

Carlo, tutto il tuo sangue da versare,
l'intera tua vita per riscattare
dall'informe prigione d'inutilità
l'irripetibile della tua sola età.
A chiuderti gli occhi nessuna consolazione:
nel cemento il partigiano non muore,
laddove sa che un fiore mai nascerà.

Resta, di quella piazza, la scritta a ricordare
una cronaca sempre più locale.

Carlo, la tua Resistenza fatta quel giorno,
la tua Resistenza durata un giorno:
Resistenza, nelle parole nostalgia di una madre
che nomi non sa trovare,
smarrite le cose da nominare.
La tua generosità di rinunciare al mare,
la curiosità di non fermarti a guardare,
la vanità di chi sa senza imparare,
di chi cade senza lottare
- in un agone tragico da fame:
d'identità contro normalità.

Carlo, dalla riviera io mi chiedevo quel mattino
fissando l'Unità accanto al cappuccino,
se qualcosa ti dissero, tua madre e tuo padre,
prima di consegnarti a quel mondo da detestare,
prima di lasciare alla violenza della tua ignoranza
quel mondo che loro non seppero cambiare.
E se qualcosa chiedano, oggi, a questo Stato criminale:
forse di rinnegare se stesso, il proprio ruolo patriarcale,
e come loro farsi da parte, stare a guardare?

Dando a voi ogni libertà,
anche quella di non saper che fare:
per assolversi
al cospetto dei propri cuori
solo facendosi dai vostri occhi guardare
e dai vostri soli desideri, condannare.



A Carlo Giuliani,
ragazzo

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