2.7.11

CATTIVITÀ

Che dev'esserci un modo di vivere senza dolore.”


In questa esistenza, mai vedremo
forme di vita meno castrante
di quest'unica, dominante.

Noi, storicamente dimenticati
dalla stagione dei fiori:
scomposta reazione
al proibizionismo cristiano liberale
nell'uniforme, marziale
senso del pudore.

Quella disperata, infantile
bugia liberatoria
battezzatasi,
in rozza concitazione,
libero amore.
Non seppe che sostituire,
come i socialismi non la fabbrica ma il padrone,
al veto copulatorio, l'imperativo d'amare
al di sotto del cuore.

Scampati a questa, preclusa è
ogni altra “trasformazione dell'intimità”.
Ché il dominante liberismo sessuale
- monogamica privatizzazione, pragmatica doppia morale -
ci ha mutilati:
gli organi di sopravvivenza
al di fuori dei suoi confini,
gli innati strumenti d'esplorazione
di ogni possibile reale,
cauterizzati.

Impagliati in vite eterne
d'animali dalle code mozzate,
di schiavi in ceppi nelle caverne.


Ad Enri,
cui devo Giddens e la “Trasformazione dell'intimità”

2 commenti:

Mafaldanellarete ha detto...

no. non c'è un modo di vivere senza dolore.
e poi...

cit
cit
cit

Morire
É un'arte, come ogni altra cosa.
Io lo faccio in un modo eccezionale.

Io lo faccio che sembra come inferno.
Io lo faccio che sembra reale.
Ammetterete che ho la vocazione.

È faccile abbastanza da farlo in una cella.
È faccile abbsatanza da farlo e starsene lì.
È il teatrale

Anonimo ha detto...

Dear Mafalda, alla tua citazione (scovata grazie alla Grande Sorella Rete, confesso), rispondo così: "Fare qualcosa di pericoloso con stile...questa è arte."

Sor in giorni di ordinaria follia