POI NULLA
Stai male.
Dell'ultimo male di cui si conosca l'orrore,
l'unico che ancora l'uomo sia costretto a guardare:
scheletro del mal di vivere,
tu stai male per amore.
Il numero crescente di pillole calmanti
come i civici d'una strada lastricata di intenti:
volontà, coraggio di lasciar scorrere, oltrepassare
il proprio istinto, il proprio giogo
vitale.
Vestire o non sentire
la nuda solitudine di un amore;
attendere o fuggire
il residuo ignoto a venire.
Nessuno a cui parlare
senza dover mentire.
Nessuno a cui chiedere
che ascoltare sia capire.
La voce di tua madre, voce sola
che non viva di parola;
che in quella tenebra azzurra
vorresti d'eterno oscillare.
Ovunque il vuoto da colmare:
mute rovine del tuo castello generazionale.
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