1.7.11

POI NULLA

Stai male.
Dell'ultimo male di cui si conosca l'orrore,
l'unico che ancora l'uomo sia costretto a guardare:
scheletro del mal di vivere,
tu stai male per amore.

Il numero crescente di pillole calmanti
come i civici d'una strada lastricata di intenti:
volontà, coraggio di lasciar scorrere, oltrepassare
il proprio istinto, il proprio giogo
vitale.

Vestire o non sentire
la nuda solitudine di un amore;
attendere o fuggire
il residuo ignoto a venire.

Nessuno a cui parlare
senza dover mentire.
Nessuno a cui chiedere
che ascoltare sia capire.

La voce di tua madre, voce sola
che non viva di parola;
che in quella tenebra azzurra
vorresti d'eterno oscillare.

Ovunque il vuoto da colmare:
mute rovine del tuo castello generazionale.

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