24.4.07

A volte ritornano


"Agosto. Che caldo, che fumo,
che odore di brace
Non ci vuole molto a capire
che è stata una strage
Non ci vuole molto a capire
che niente, niente è cambiato
Da quel quarto piano in questura,
da quella finestra,
un treno è saltato"






Per sapere chi erano Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, la coppia nera, leggetevi
“La fiamma e la celtica” di Nicola Rao. Perché è un amarcord dell'estremismo di destra molto documentato e comprensivo. Ebbene, perfino da lì Mambro e Fioravanti escono come una coppia di assassini nati, due fascisti organici, due squadristi consacrati alla violenza e alla sopraffazione. Talmente efferati da rendere penosi i loro tentativi di rivestire, a posteriori, le loro bestialità di una patina politica (senza rinnegare minimamente le loro origini).
Che senso ha oggi la riabilitazione pubblica di criminali simili, con un centinaio di morti sulla coscienza?
Per inciso, Mambro e Fioravanti non hanno addosso "solo" la strage di Bologna, certificata dalla Cassazione. Lasciano dietro di sé una scia parallela di morti, di gesta sanguinarie, di collusioni pericolose, di sospetti più o meno ammuffiti, come quello che, a un certo punto, lambì Fioravanti in relazione all'omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, rimasti senza giustizia.
La coppia nera è libera, lo sappiamo, lavorano entrambi in “Nessuno tocchi Caino”: come dire, i dispensatori di morte contro la pena di morte; sono tra i pochi non precari in questo Paese e, chissà, un giorno magari sbarcheranno in Parlamento.
Sono anche una famigliola: hanno una figlia e non si risparmiano il vezzo di spiegarle chi sono stati loro, i due eroi negativi.

Quello che maggiormente si fa fatica a mandare giù, tuttavia, sono le interviste con tutti gli onori del Tg 2 per lanciare un libro revisionista scritto con la complicità di un comunista del "Manifesto" e di "Liberazione"; prima o poi bisognerà pure spiegarsi questa attrazione fatale di certi compagni per il peggio del passato, per l'epopea del piombo, a maggior ragione fascista.
Vediamo le cose per quelle che sono: c'è uno stragista pluriassassino, marito di cotanta moglie, che si scrive addosso libri sponsorizzati dalla televisione pubblica, dai telegiornali nazionali.
È questa la strada per il successo in Italia? E nei ricordi di Giusva, ci sarà anche quello di quando lui salì a cavalcioni dello studente Roberto Scialabba e gli sparò in testa, come a un vitello in un rodeo?

(fonte: Massimo Del Papa, www.babysnakes.splinder.com )

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