14.4.07

Insieme in cielo


"Tra mia madre e mio padre c'era un amore riservato.
L'augurio che si facevano reciprocamente era: Insieme in cielo."

I giorni del vino e delle rose, Blake Edwards, 1962.

Probabilmente, nella schiera di famigerati cinefili/cinofili (a proposito, ma avete
visto che super ciccissimo terranova ci ha allietato la pasquetta?), arrivo in inqualificabile ritardo su questo capolavoro del papà di Hollywood Party.
I giorni del vino e delle rose è il classico film che sai a priori essere un capolavoro
ma che, prevedendo la mole di fazzoletti che consumerai, procrastini all'infinito.
Personalmente ne avevo sentito parlare per la prima volta in "Non è successo niente", altro struggente gioiello di (ex?) ubriacone geniale quale Tiziano Sclavi.
Mi ci sono voluti otto anni, ma finalmente qualche giorno fa, complici le meraviglie del Muletto (non quello col volante..), mi sono fatto forza ed ho appollottolato il mio buon mezzo chilo di Toffly, versione da discount dei Tempo (..Mi danno una percentuale, chiaro.)
Che altro dire? Vedetelo se, come il sottoscritto, siete ancora vergognosamente ignoranti. Rivedetelo se, sempre come il sottoscritto, la demenza senile comincia a tiranneggiare i neuroni. Due interpreti incredibili - statuetta ad entrambi, quando forse valevano qualcosa... -, un'atmosfera crepuscolare à la Capra che legge Leopardi,
una leggerezza di tocco che schiva elegantissima ogni patetismo d'accatto, un finale che... Be', come ammiccherebbe allusiva la burrosa Folliero, buona visione!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

e anche grazie a questo film che jack lemmon è il mio attore culto. la scena delirante dentro la serra con i vasi rotti alla ricerca della bottiglia nascosta è micidiale come tutta la sua interpretazione.
poi edwards è davvero un genio, uno dei pochi a passare nello stesso film dalla commedia al dramma con una scioltezza imbarazzante. e lemmon ci sguazza come un bambino nella piscina gonfiabile.
e la sua faccia a chiusura illuminata ad intermittenza dalla luce al neon nell'ultima inquadratura, se non sbaglio con uno zoom lentissimo a chiudere usl suo viso, beh, non ancora la scordo.
cy

Anonimo ha detto...

esimio, ti devo correggere: sia Jack Lemmon che Lee Remick furono solo in nomination ma non vinsero, gli preferirono Gregory peck per Il buio oltre la siepe e Anne Bancroft per Anna dei miracoli.

Days of wine and roses vinse solo l' Oscar per la migliore canzone originale (a firma Mancini-Mercer).
ossequi,
cy

Sor Vichi ha detto...

E sì, il neon del BAR che gli lampeggia in volto mentre guarda la moglie andare incontro al suo destino, è una chiusura di pura poesia. Ti chiedi se ce la farà
a far smettere lei, o se ricomincerà anche lui..
Anche se i brividi lungo la schiena
e gli occhi lustri, personalmente arrivano quando parla per la prima volta alla Anonima Alcoolizzati: "Il mio nome è Joe Clay.
Io sono un alcoolizzato."
Film pazzesco. Pazzesco.

Sor Vichi ha detto...

Sulla gentile glossa, caro esimio, sapevo di poter contare sulla sua puntualità cinefila.
Wikipedia ti fa una pippa.
(Come Lelouch tra una settimana..)

"- So tutto.
- Bravo De Rossi, continua a studià! Io me vado a sgranchì un po' le gambe.."