17.3.07

Amore tossico


Forse una pellicola di denuncia del dramma della droga, per non (s)cadere nel moralismo d'accatto o, peggio ancora, nell'estetizzazione tipici di tanti lavori sul tema, non può che assumere un taglio fortemente documentaristico, come nel primo lungometraggio di Claudio Caligari, Amore tossico, del 1983.
Penso all'adattamento cinematografico di Trainspotting di Welsh, a mio avviso tradimento completo di un'opera che di autocompiaciuto ed indulgente non aveva proprio nulla, salvo forse l'abilità narrativa dell'autore, oppure alla trasposizione del pure dolentemente necessario Requiem for a dream di Selby. Esercizi di stile registico indubbiamente accattivanti, ma forse più adatti - come se ne avessero bisogno - a rimpinguare la rotazione video di un Mtv o rilanciare l'abbigliamento vintage, che ad indagare la piaga della tossicodipendenza.
Amore tossico è altro: drogati veri che interpretano sé stessi, scene quasi insostenibili nella loro crudezza - a mia memoria, eguagliate in materia solo dalla pera nel collo di Christiane F., in un'opera di non paragonabile caratura, beninteso - eppure necessarie, chirurgicamente funzionali a mostrare, impietosamente, le macerie di una realtà nell'unica pietas possibile, forse: quella della sospensione di qualsiasi giudizio. Sino al culmine di un epilogo secco ed asciutto, logico atto finale d'una parabola tragica - cesura netta che evoca, non a caso, il finale di Una vita violenta pasoliniana.
Pasolini, appunto, generosamente e talvolta candidamente citato: l'agghiacciante metastasi delle estreme borgate romane fine anni '70 - ritratte "in quel colore eterno d'estate" - e la loro residua umanità di condannato sottoproletariato, l'epilogo ai piedi del monumento in sua memoria all'idroscalo di Ostia, il protagonista raffigurato come un Christus patiens del Mantegna o di Cimabue - didascalismo, quest'ultimo, forse eccessivo, attinto stavolta dal patrimonio filmico (Mamma Roma) del Martire Luterano.
Qualcuno vi vedrà forse presunzione, ma personalmente credo sia onestà intellettuale da parte del regista, non nascondere l'influenza esercitata da un poeta come quello di Casarsa sulla propria formazione, etica prima ancora che professionale. L'indimenticabile ultima lezione, per chi abbia cuore e nervi di farla propria, di quel genocidio culturale operato dall'omologante società dei consumi, a giudizio del Corsaro vero nodo del dramma della tossicodipendenza: annunciato suicidio nonché omicidio di tanti giovani che, come ebbe straziato a profetizzare, "la pagheranno carissima e mi fanno pena".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Magari questo è un argomento laterale del tuo post ma, non ho letto il libro ma Trainspotting per me rimane geniale, che abbia tradito o no il romanzo originale.
Non penso che un film debba rispecchiare tropo un libro, è un'opera artistica a parte.
Il ritmo di "for whom the bell tolls" di Sam Wood è diverso dal romanzo originale di Hemingway (che amo da morire) ma, diavolo, Gary Cooper e Ingrid Bergman sono geniali in quel film.
Passando a cose meno impegnate, io ho letto il Signore degli anelli a 12 anni e ne sono sempre stato fanatico ma, sinceramente, ho apprezzato le pesanti deviazioni (di mood, clima e avvenimenti), altrimenti i film sarebbero stati dei "santini Tolkieniani" come vorrebbero tanti Nerds che conosco...

Films a parte, non riesco a mettere commenti nel tuo post sulla guerra ad Orazio: problemi tecnici?
Hasta Siempre Fernandel!

Sor Vichi ha detto...

Daccordissimo, ma il punto non è la fedele trasposizione del libro (e meno male che le pellicole spesso se ne distaccano! Se penso a Shining, Il padrino, Apocalypse now...), quanto il flirtare - come nel caso di Trainspotting - con un'estetica del maledettismo che non mi sta bene un cazzo.
Un ragazzino (d'età o di testa) che vede Traispotting, non so quanto colga che la droga pesante è morte
e nientaltro.
Poi, per me Trainspotting resta un gran film ma di puro intrattenimento, anche se di alta qualità (un po' come Pulp fiction o Kill bill: pazzeschi, chi lo nega? Ma quanto ti mettono in discussione dentro? Dipende anche da quello che uno vuole da un film, chiaramente..)

Non riesci a mettere commenti? Mò vedo se ho fatto casino io nel postare. Ciao, puerco!!

Anonimo ha detto...

Il film Amore Tossico non l'ho visto ma mo me lo cerco.
LEggiti la recensioen a questo link che fa crepà dal ridere:

http://www.ciao.it/Amore_tossico_Caligari_Claudio__Opinione_789406

Quando abbiamo visto trainspotting (ti ricordi? io, te e tre pensionati al Excelsior?-si chiamava così quel cinema?) alla fin fine eravamo ragazzini di 16-17 anni, ma non me ne sono sentito "deviato".
L'impressione che ne ebbi allora era tutt'altro che un'esaltazione della droga, almeno dal mio punto di vista ho visto la pesantezza del problema ma, dico io, al contempo c'era una taglio diverso da quei cazzo di "Santinometraggi" sulla droga che la RAI e Fininvest ci propinavano a fine anni '80.
Ammetto che trainspotting è un film strapieno di un voyerismo esteta, anche troppo leggero a volte.
Però, non so a te, ma a me l'impressione che diede era di una maggiore rotondità e completezza sulla visuale del drogato rispetto a tutto ciò che avevo visto sulla droga prima.
Il finale in cui lui smette però dice "io sono cattivo" e sorride alla vita per me è geniale, a me personalmente esaltò ma inquietò anche.
Il punto di traispotting per me era che quel ragazzo potevo essere io, perchè non era una figura del solito drogato cinematografico, aveva un carattere reale.
Però c'è anche da fare una contestualizzazione.
Che anno era? il 95? il 96?
Il film che tu citi è del '83, nel boom dell'eroina.
Negli anni '90 (come oggi) i tossici che si bucano erano davvero i perdenti, gli stupidi o sopravissuti dell'era anni '80.
15 anni di propaganda sull'AIDS non erano passati invano.
La gente oggi, come negli anni '90, si brucia i neuroni impasticcandosi.
In tutta Londra ed Oxford in 4 anni di visite avrò visto una siringa per strada, ma quante cazzo di volte (spesso a Londra) senti la gente parlare di altro...
E sotto casa mia ne ho visto una la settimana scorsa dopo non so quanto.
Quando eravamo bambini, negli anni '80 se ne vedevano molte di più.
Negli an '90 un film come "Trainspotting" si poteva fare, negli anni '80 no.
Non so se accosterei Tarantino a Trainspotting.
Tarantino è un genio ubriaco di cinema che ci vomita citazioni a velocità supersonica, ma chiaramente tutta quella violenza è surreale e nessuno la potrebbe prendere per vera e ripetibile.
Trainspotting a me personalemtne non dava quell'idea.
Mi sembrava più che altro un'estremizzazione di situazioni e comportamenti reali con una base reale.
Per ciò che riguarda lo scherzare su temi molto più seri, mistificandoli, rendnedoli banali e proponendo ai ragazzetti come se fossero cagate che non fanno male...secondo me la lista potrebbe essere infinita, e si potrebbe comprendere altri media (come la TV o la radio o Internet....)e contando sia della cazzate come le canne che cose veramente serie come l'aborto...se uno si dovesse mettere a fare lo stesso discorso per tutto ciò che ci passano allora non ci si dovrebbe limitare a fare il moralista su trainspotting.
Perchè alla fin si tratta di quello.
Io personalmente però non metterei Trainspotting in quel filone.
Mi rendo conto però che è solo una mia opinione, alla fin fine il bello di un film è che lo puoi intepretare in maniere diverse a seconda del soggetto ricevente.

Sor Vichi ha detto...

Cacchio, me l'ero dimenticato l'Excelsior!Eeeh,quanti ricordi...
Su trainspotting sono sostanzialmente daccordo, ma probabilmente il mio punto di partenza è diverso perchè sono troppo influenzato dal paragone col libro(che ho letto molto dopo, tralatro)e che secondo me è davvero un capolavoro: unisce fruibilità (scritto benissimo, introspezione psicologica ottima - alternando anche i vari io narranti -) ad una crudezza esemplare (non senza una certa "pietas" che però mai scade nel buonismo). Il film lo sai, per me è grande, l'ho visto 2000volte e lo rivedrò ancora, ma è puro intrattenimento di alta qualità. Ribadisco, come Tarantino.
E' roba che non mi cambia la vita, personalmente. Più che ricordare battute, situazioni, non mi mette in moto cervello, stati d'animo, emozioni. Ovvio, è una visione personale come la tua.
P.S. Diamoci da fare con la colonizzazione del blog di orlo, quello davvero s'è già stufato del giocattolo, che dici?

Anonimo ha detto...

Beh, ho visto Orlo due giorni fa e mi ha cofessato che stava scrivendo un pezzo ma poi, vista la nostra colonizzazione, non voleva interrompere il ritmo.
Aspettava di vedere come andava a finrie la guerra!

Anonimo ha detto...

Tutte scuse!!! Ormai dovrà trovarsi un altro sito per le sue latitanze bloggare!! L'avamposto Piccolo Principe è ormai nostro!!!

Sor