IL
DEMONE DELLE PICCOLE COSE
Onde restare il più possibile indenni dal loro influsso, bisogna avere rispetto degli oggetti, sia quelli che funzionano solo quando sono loro a deciderlo sia, a fortiori, quelli nei quali crediamo di essere stati noi ad inciampare, cozzare, imbatterci fastidiosamente per fretta o distrazione, ma che in realtà sono i veri artefici di tali avvenimenti apparentemente casuali ed irrilevanti; in quanto gli oggetti – tutti gli oggetti – sfruttano al meglio la loro immobilità per trattenerci lì dove noi pretendiamo, arroganti, di soffermarci quanto basti ad usarli. Silenziosi e potenti, discreti e minacciosi, gli oggetti sanno assumere anche sembianze umane: uscieri, portinai, bidelli, impiegati di uffici aperti al pubblico, portantini come infermieri; poi ancora molti anziani, moltissimi insegnanti, e gli altri innumerevoli ammennicoli come loro, tutti i soprammobili semiviventi di questa società dei consumi interpersonali. Naturalmente invidiosi, dal loro punto d’osservazione – posizione angusta ma quanto mai privilegiata – di qualsiasi forma di vita che gli appaia minimamente goduta da chi passa loro accanto, essi tentano istintivamente d’intralciarne il percorso – o almeno ritardarlo, per aiutare vecchiaia e morte a raggiungerli più tempestivamente. Come pavidi omertosi in terra di mafia o spavaldi interventisti in tempo di guerra, questi non lavorano per conto della disgrazia ma le rendono comunque un soddisfacente servizio.
Onde restare il più possibile indenni dal loro influsso, bisogna avere rispetto degli oggetti, sia quelli che funzionano solo quando sono loro a deciderlo sia, a fortiori, quelli nei quali crediamo di essere stati noi ad inciampare, cozzare, imbatterci fastidiosamente per fretta o distrazione, ma che in realtà sono i veri artefici di tali avvenimenti apparentemente casuali ed irrilevanti; in quanto gli oggetti – tutti gli oggetti – sfruttano al meglio la loro immobilità per trattenerci lì dove noi pretendiamo, arroganti, di soffermarci quanto basti ad usarli. Silenziosi e potenti, discreti e minacciosi, gli oggetti sanno assumere anche sembianze umane: uscieri, portinai, bidelli, impiegati di uffici aperti al pubblico, portantini come infermieri; poi ancora molti anziani, moltissimi insegnanti, e gli altri innumerevoli ammennicoli come loro, tutti i soprammobili semiviventi di questa società dei consumi interpersonali. Naturalmente invidiosi, dal loro punto d’osservazione – posizione angusta ma quanto mai privilegiata – di qualsiasi forma di vita che gli appaia minimamente goduta da chi passa loro accanto, essi tentano istintivamente d’intralciarne il percorso – o almeno ritardarlo, per aiutare vecchiaia e morte a raggiungerli più tempestivamente. Come pavidi omertosi in terra di mafia o spavaldi interventisti in tempo di guerra, questi non lavorano per conto della disgrazia ma le rendono comunque un soddisfacente servizio.
1 commento:
Carino....E vero....
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