LE BRUTTE
BANDIERE
"Si muore un po' per poter vivere"
Avrei voluto cercar versi
"Si muore un po' per poter vivere"
Avrei voluto cercar versi
per
non dover trovare persi
tutte
quelle bandiere e cittadini
che
ogni loro casa hanno vuotato
e tutte le nostre strade poi colmato
come
nell'anno che precede il passato:
ma,
proprio come allora,
non
erano che tifosi.
Tifosi,
ancora,
dalla prima all'ultim'ora.
E
l'amarezza,
così come certa bellezza,
alle
parole sa sfuggire
rendendosi
“irriferibile in rime”.
Ma non
lo è un ricordo, che so
dove domani custodirò:
nel
timido sussulto al cuore
vedendo
stringermi la mano
da goffo, sincero fare giovanile
di
quel Vicari di Diaz
- nel
suo intero essere evocante
un
fraterno stereotipo militante.
In quel
deserto ingresso
di
un cinema altrettanto dimesso
sento ancora
echeggiare
il
suo candido domandare
'C'è
qualcuno in sala?':
sentendosi
rispondere, vagamente,
il
serale sarebbe stato più promettente.
Mentre,
da un'incolmabile rimpetto,
tutta quella morta giovinezza...
paga
soltanto di denudare
la propria ardente, sterile bellezza
la propria ardente, sterile bellezza
- ciondolando
con disinvoltura,
inarcato
d'ogni sesso il petto,
come impone un'anima già matura.
Al
riparo della paterna, imperitura
fascistissima
architettura
di
una Biblioteca Provinciale
quanto
il suo lascito culturale.
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