29.5.12

LE BRUTTE BANDIERE

"Si muore un po' per poter vivere"


Avrei voluto cercar versi 
per non dover trovare persi
tutte quelle bandiere e cittadini 
che ogni loro casa hanno vuotato
e tutte le nostre strade poi colmato
come nell'anno che precede il passato:
ma, proprio come allora, 
non erano che tifosi. 
Tifosi, ancora, 
dalla prima all'ultim'ora. 

E l'amarezza, 
così come certa bellezza, 
alle parole sa sfuggire 
rendendosi “irriferibile in rime”. 
Ma non lo è un ricordo, che so 
dove domani custodirò:
nel timido sussulto al cuore 
vedendo stringermi la mano 
da goffo, sincero fare giovanile 
di quel Vicari di Diaz
- nel suo intero essere evocante
un fraterno stereotipo militante.

In quel deserto ingresso
di un cinema altrettanto dimesso
sento ancora echeggiare
il suo candido domandare 
'C'è qualcuno in sala?':
sentendosi rispondere, vagamente, 
il serale sarebbe stato più promettente. 

Mentre, da un'incolmabile rimpetto,
tutta quella morta giovinezza...
paga soltanto di denudare 
la propria ardente, sterile bellezza
- ciondolando con disinvoltura,
inarcato d'ogni sesso il petto,
come impone un'anima già matura. 
Al riparo della paterna, imperitura
fascistissima architettura 
di una Biblioteca Provinciale
quanto il suo lascito culturale.

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