21.5.12

QUEGLI ANTIPATICI ANTIPARTITICI


Sosteneva Carlo Marx che l'inaccettabile violenza insita nel liberismo di scuola classica risiedesse, prima ancora che nei suoi disegni, nella spietata arbitrarietà con cui si poneva quale unico sistema economico possibile: ne rappresentano inconfutabili prove, le macerie mondiali tra le quali ci ritroviamo a vagare. E' questa forma mentis che scimmiottano, miseramente inconsapevoli, i partiti tradizionalmente insediati in tutte le stanze e palazzi istituzionali, per i quali l'unica politica legittima è quella esprimibile attraverso i partiti - possibilmente i loro - nel “gioco democratico” strutturato alla maniera in cui essi hanno sempre giocato e si ostinano avidamente a perpetrare. Quanto posto al di fuori di ciò mai si vedrà riconosciuta dignità di soggetto politico, ma solo la vetusta vaghezza con cui, tra dissimulati paternalismi ed aperti isterismi, “quando non si comprendono le cose si costruiscono scaffali”, etichettandoli come qualunquismo, populismo, dilettantismo: disinvoltamente ex cathedra, come si conviene a simili professionisti dell'antismo.
Persuaso che di determinati bigini scopiazzati di teoria economico-politica possa fare bellamente a meno chi sinceramente si accinga a costruire anziché restaurare, come i soliti politici, o abbattere, come i soliti tecnocrati, auguro, di testa prima che di cuore, ai vincitori davvero nuovi di queste ultime elezioni - nuovi poiché non riassumibili, ed esauribili, in quattro nuove facce e nomi - di non cedere alla tentazione di restar vecchi o divenirlo anzitempo.
Circa la futura strada a percorrersi da questi “grillini” brillantemente eufemizzati dall'osservatorio sornione di ogni politologo di professione, potrebbe avere valore d'indizio intuire quanta nostalgia sopravviva in loro per il perduto benessere e quanta passione nasca invece per la “fertile utopia” di una società meno iniquamente schifosa se non addirittura migliore: ciò potrebbe dirla lunga sulla vocazione – che chi scrive si augura sincera – ad un fare politico fieramente antipolitico, se la politica continuasse ad intendersi alla maniera di quei grigi, argentati galantuomini lì.
Mutatis mutandis, nel mondo dei grandi, quanto serpeggia nelle manifestazioni studentesche: tutti urlanti all'indirizzo del voto oggi e del posto domani, o qualcuno ancora rivolto all'acculturazione come pietra d'angolo della propria umana formazione?


2 commenti:

Orazio ha detto...

Concordo.

Anonimo ha detto...

E fa bene!

Sor whisky maschio