QUEGLI ANTIPATICI ANTIPARTITICI
Sosteneva Carlo Marx che l'inaccettabile violenza insita nel liberismo di scuola classica risiedesse, prima ancora che nei suoi disegni, nella spietata arbitrarietà con cui si poneva quale unico sistema economico possibile: ne rappresentano inconfutabili prove, le macerie mondiali tra le quali ci ritroviamo a vagare. E' questa forma mentis che scimmiottano, miseramente inconsapevoli, i partiti tradizionalmente insediati in tutte le stanze e palazzi istituzionali, per i quali l'unica politica legittima è quella esprimibile attraverso i partiti - possibilmente i loro - nel “gioco democratico” strutturato alla maniera in cui essi hanno sempre giocato e si ostinano avidamente a perpetrare. Quanto posto al di fuori di ciò mai si vedrà riconosciuta dignità di soggetto politico, ma solo la vetusta vaghezza con cui, tra dissimulati paternalismi ed aperti isterismi, “quando non si comprendono le cose si costruiscono scaffali”, etichettandoli come qualunquismo, populismo, dilettantismo: disinvoltamente ex cathedra, come si conviene a simili professionisti dell'antismo.
Sosteneva Carlo Marx che l'inaccettabile violenza insita nel liberismo di scuola classica risiedesse, prima ancora che nei suoi disegni, nella spietata arbitrarietà con cui si poneva quale unico sistema economico possibile: ne rappresentano inconfutabili prove, le macerie mondiali tra le quali ci ritroviamo a vagare. E' questa forma mentis che scimmiottano, miseramente inconsapevoli, i partiti tradizionalmente insediati in tutte le stanze e palazzi istituzionali, per i quali l'unica politica legittima è quella esprimibile attraverso i partiti - possibilmente i loro - nel “gioco democratico” strutturato alla maniera in cui essi hanno sempre giocato e si ostinano avidamente a perpetrare. Quanto posto al di fuori di ciò mai si vedrà riconosciuta dignità di soggetto politico, ma solo la vetusta vaghezza con cui, tra dissimulati paternalismi ed aperti isterismi, “quando non si comprendono le cose si costruiscono scaffali”, etichettandoli come qualunquismo, populismo, dilettantismo: disinvoltamente ex cathedra, come si conviene a simili professionisti dell'antismo.
Persuaso che di determinati bigini
scopiazzati di teoria economico-politica possa fare bellamente a meno
chi sinceramente si accinga a costruire anziché restaurare, come i
soliti politici, o abbattere, come i soliti tecnocrati, auguro, di
testa prima che di cuore, ai vincitori davvero nuovi di queste ultime
elezioni - nuovi poiché non riassumibili, ed esauribili, in quattro
nuove facce e nomi - di non cedere alla tentazione di restar vecchi o
divenirlo anzitempo.
Circa la futura strada a percorrersi da
questi “grillini” brillantemente eufemizzati dall'osservatorio
sornione di ogni politologo di professione, potrebbe avere valore
d'indizio intuire quanta nostalgia sopravviva in loro per il perduto
benessere e quanta passione nasca invece per la “fertile utopia”
di una società meno iniquamente schifosa se non addirittura
migliore: ciò potrebbe dirla lunga sulla vocazione – che chi
scrive si augura sincera – ad un fare politico fieramente
antipolitico, se la politica continuasse ad intendersi alla maniera
di quei grigi, argentati galantuomini lì.
Mutatis mutandis, nel mondo dei
grandi, quanto serpeggia nelle manifestazioni studentesche: tutti
urlanti all'indirizzo del voto oggi e del posto domani, o qualcuno
ancora rivolto all'acculturazione come pietra d'angolo della propria
umana formazione?
2 commenti:
Concordo.
E fa bene!
Sor whisky maschio
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