25.2.12

L'anno moriva

"Tutti gli uomini della tua vita... uomini in esclusiva, uomini solo in prova, uomini raccattati nel pattume, uomini coperti di piume."

L’anno moriva, assai agramente. Mosso da un esile afflato di candida lena, concepivo questa plaquette timidamente eretica,  
nella rea speranza in un editore ideale e, puntualmente, sì reale da servirmi del rifiuto più avvilente: quello muto, indifferente.
Non senza privilegiarmi di una paterna lezione delle più preziose, poiché impartite inconsapevolmente: ne è debitrice 
la rabbia tra i secchi versi a venire sibilante.
Li lascio a lei, per la stima di ciò che fa: quanto mi basta conoscere di ciò che è.
Something will tear us apart, again.


POVERI OMERI

Dolersi oggi di una negata pubblicazione
è già lagnarsi, domani, di una sfumata fama.
E' come non pensare più
o, peggio ancora, cambiare idea
solo perché qualcuno, a questo mondo, non approva
e tutto il resto, ignora.
Così viziato, e debole: così figlio del proprio tempo
non desiderato che nell’attesa troppo breve
in cui vestire da speranza ogni paterno rimpianto riposto.
Così inabile a restare straniero
tra i propri coevi ed ognuno dei conoscenti,
per costruirsi le spalle del passato
e disegnarsi gli occhi dell’avvenire.
Non doversi ripetere, ma semplicemente
naturalmente sentire che il senso solo sta nel fare.
Nello scrivere, rari privilegiati di un alfabeto
dove poter rinvenire le parole per raccontare
un piccolo mondo caldo quanto marcescente
in cui, scomparsi tutti gli eroi, possiamo parlare anche noi.


A Giorgio Canali


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