22.1.12

SOGNO

Mio padre, il primogenito.

Suo fratello, il secondo, carcerato.

Un altro fratello, l'ultimo nato
non è che mio padre
come fu e mai più sarebbe stato:
magro, i capelli neri lucidi
come i baffi che ancora rimpiango e ormai dispero.
Un sensuale pericoloso mediorentale
- lo trattennero in aeroporto, gli americani terrorizzati
vilipesi dall'ardire dell'altrui sconfinare:
dono d'odio tra i più fieri, per lui, da sfoggiare.
Sensualità credo figlia
del suo essere figlio mai amato
del suo pronto riottoso tradire, sapientemente mal celato,
estraneità per chiunque rivendichi un diritto d'umanità,
ovunque d'intorno come al fondo della propria interiorità.

Mia sorella, scura e carnale
come altrimenti non saprei immaginare.
Mia sorella che sfiorandomi
il pene sa scaldare ma non il cuore castigare.
Rassicurando come madre la mia pronta servile colpa:
siamo fratellastri, non dev'esserci nulla di male.

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