7.1.12

CHI VERRA’
 

Mai sono stato
tanto innocente quanto disperato:
mai mi sono lasciato
ingannare al punto tale
da trovare in una sega
qualcosa di fisico più che mentale.
 

Da non vedere
quell’altrui cazzo di membro 

spesso ignoto talora familiare
sempre irresistibilmente volgare
impettito e fiero da non saper mai esitare
né intuirsi nudità riottose al pallido arrossire
del mio intimo docile abdicare.


Da non sentire
quell’altrui cui consegnare
il mio bisogno di masturbare,
far divorare d’eterna fame, 

ricevere in grembo come pugnale, 
incantarsi ad adorare
nell’insaziabile tributo all’immaginabile: il mio perduto eiaculare.
 

Che ogni giorno più impietoso, puntuale
viene, fa luce di colpa
sul mio solo reale, il mio inerme animale...

su me, che vomito
il nutrimento del suo coito.

Nessun commento: