16.12.11

MARE NERO
 

“Guarda, Sophia, guarda la vita che vola via!”


I tramonti estivi nei miei occhi di otto anni...
Quando le spiagge tornavano spoglie,
restavano silenziose
come mute illusioni di primavera:
a lasciarsi perdonare in un attimo
quanto vennero a me minacciose,
a lasciarmi scordare per un attimo
quando sarebbero tornate impietose.

I tramonti estivi nei miei occhi di otto anni...
Quando la luce moriva piano,
solo un'eco nella penombra di lontano,
da nudi cieli immensi a nuvole in orizzonti
come fragili, maestosi profili di monti.
Quando la notte buia ed eterna del mare
era l'abbraccio di giovani corpi a rifugiare
amori senza confini ad occhio umano
come il sole nel suo riposo arcano.

Nei miei occhi di otto anni,
io li avrei custoditi fino alla fine, nascosti
là dove la luce non possa spogliarli

della loro innocenza di carni pure, ardenti,
non ancora solcate dalla cruda nostalgia:
lama che lacera la giovinezza
orfana d'una vita strappata via.
Nei miei occhi di otto anni,
io avrei continuato a cercarli
oltre il pudore dell'età matura,
la vergogna di sé riflessa negli altri,

mutui specchi di muta disillusione.
Avrei potuto per sempre trovarli
oltre la mia speranza ancora ignota d'un amore

presto scordato nella prigione d'un fragile pallore.
E questa sola vecchiaia
a cui chiedere un giorno liberazione.


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