19.8.11

PENE  CAPITALI

Quando nell'emigrazione qualcosa ancora pulsava...
Qualcosa di intimo e tremante:
sordo, ancora, al comune richiamo d'inerzia bestiale.

Una visione che la mente divideva con il cuore,
nella promessa sciolta da ogni prossima disperazione:
quella paziente, decorosa costruzione
di una vita migliore.

Fu allora 
che ad alcuni apparve Milano 
- grigia, contabile, rassicurante.

Fu allora 
che ad altri si fece incontro Roma 
- gialla, burocratica, avvilente.

Un'ostilità dichiarata 
che schiaffeggiò
quelli di disperazione.

Una fraternità mistificata 
che lusingò
questi di comprensione.

In tutti loro
l'asfissiante prossimità al potere, 
temporale e spirituale;
il sibilo assordante
memoria della propria esclusione.

Nel destino di ognuno, 
scelta o fuga sulla linea di confine
tra miseria e tragedia.

Tra la resa della dignità stessa al dolore
e una schiena salda, in composta accettazione
della propria comminata condizione.


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