4.8.11

LE PAROLE 

Le parole
dentro cui ci nascondiamo
Le parole
che mai più vogliamo
Le parole
che solo dentro ripetiamo,
che nel vuoto, ancora
invochiamo
Le parole,
ciò che rimane
di quelle voci mai ascoltate:
le voci forse amate,
comprese, quando
ormai troppo lontane
Le parole
pure e lievi
affidate alle angustie
di quelle vite così brevi
Le parole
in cui cercare quel senso
che in noi smarriamo:
fato o fio che inseguiamo
lungo ignote strade sole
Le parole
dolenti e rare
che s'inoltrano caute,
tremanti, in quel reale
- nostalgia di ritornare
e poterlo raccontare
a chi mai s'inoltra in vita,
al riparo dell'attesa d'imparare.
Le parole
che sole sentono,
e chi sa cosa comprendono,
di quell'eco d'eterno negato
ad una vita, donato
ad un momento.
Le parole
ad allentare il giogo
del solo padre che riconosciamo,
l'unico tempo che accettiamo:
immutabile in quel suo viso
d'eterno, infante anziano.
Le parole
là dove al crepuscolo
sempre vorranno tornare:
a quella linea d'infinito,
quel nulla in fondo a un mare
mai nato, né sopito.


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