17.7.11

SIFONE

Per lungo tempo mi sono affrettato
a strofinare lo spazzolone nella tazza
pima che si spegnesse lo scroscio dell'acqua.

Similmente, mi sono affannato a rinascere
prima che si richiudessero quegli scorci di morte
che la vita, nei ciclici travagli, ci rivela.

Farmi ostinatamente un uomo nuovo, ogni volta,
fosse anche per nausea, vergogna di quello vecchio.
Imparare, come si ama ripetere, dagli eventi
prima che in noi si siano irrimediabilmente spenti.

Un vezzo, in fondo, come ogni autentica illusione:
privo di utilità pratica, quell'atteggiamento
mi ha sedotto per la sensazione pacificante
di operare nella mia vita con efficienza igienizzante.

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