ADERENZE
“Quanto ti manca, l'amore?”
A tutti gli amanti,
Sin dagli ultimi,
i miseri amanti carnali,
a tutti gli amanti
una grezza tenerezza
è concessa.
Una tenerezza primordiale
cosparsa di pietas sulla loro pelle.
Nata selvatica dal caldo richiamo
che avverte nel suo simile l'umano.
Cresce rigogliosa nel tepore dell'adattamento,
in ciò che chiamiamo vivere quotidiano.
Muore lenta e implacabile nell'abitudine
seguendo la cruda sorte del desiderio,
invasa dalla sua stessa necrosi
invasa dalla sua stessa necrosi
che non sa reincarnarsi, farsi amore.
Nello strappo netto, bruciante, asciutto
di quell'istante senza tempo
veste d'un nostalgico rimpianto
lo strazio egoistico del distacco.
Ma solo a pochi,
Solo agli amanti chiamati, oscuramente
a librarsi oltre la propria gabbia carnale
è dato quella raffinata, profonda
tenerezza incontrare
tenerezza incontrare
Che li liberi, nella svelata irrilevanza,
dalla loro condanna mortale.
dalla loro condanna mortale.
E' questa l'unica, salvifica
tenerezza interiore.
tenerezza interiore.
Tenerezza generata dall'istinto di protezione,
la sola che possa condurre all'amore.
Mia esangue carnale amante,
La tua compiuta aderenza sedante
al nucleo primordiale, la tua iniqua origine sociale,
sin da principio ti ha spogliata
d'ogni pietosa fragilità all'incontro della mia carne
nient'altro che desiderante.
d'ogni pietosa fragilità all'incontro della mia carne
nient'altro che desiderante.
Recidendo ogni sperare che osasse
oltre un'operosa complicità, una solerte comunione
- quiete irrilevante, pace estranea al puro amore.
Negando ogni informe invocata sublimazione
dell'istinto carnale in istinto di protezione.
Il desiderio di te, sin da principio
nella mia carne confinato, mai
mai la tua avrebbe penetrato.
Spenta la tua sete di preda,
saziata la mia fame di predatore,
saziata la mia fame di predatore,
nulla di noi è rimasto: feto morto,
quel nostro amore.
Mai nato, come le mie parole, mie paure:
dissociazione, omologazione.
Prigioni vuote, d'eterno ignote
al tuo florido grembo sterile
d'ogni pudica, vitale esitazione.
Per te,
che non ho conosciuto
d'ogni pudica, vitale esitazione.
Per te,
che non ho conosciuto
2 commenti:
sapevo che avresti gradito
nos rbl feratu
Tu mi conosci, Agata...
Sor Majakoski
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