29.5.11

L'UOMO ALLA PORTA

L'uomo alla porta era nero
- d'Africa, credo.
Una mano cruda, solcata;
come resina il palmo 
stretto
oltre le sbarre del cancelletto.

Comprata una tovaglia per cinque commensali
per cinque euro, senza trattare
- è da bambino che non lo so fare,
dai tempi dei braccialetti, del mare
Mi sono sentito al mio posto, compiuto
- come in un silenzio suburbano 
ronzio di innaffiatori, lontano.

E' durato uno scarno minuto.

Poi mi sono chiesto, solo
se quell'uomo nero non sarebbe tornato
a vendicarsi, a violentare
ciò che abbiamo, o che siamo.

Solo chiesto se, e perché.

Ho rivisto quella mano, le sbarre...
l'ingresso sul retro è bloccato, davvero;
è bloccato, ripetevo...
Mi avrà creduto?
Spero.

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