7.5.11

LETTERA A UN CONDANNATO

"Tutte le vite erano uguali, diceva la madre, tranne che per i bambini. Dei bambini, non si sapeva niente. 
E' vero, diceva il padre, dei bambini non si sa niente."


A te, che hai occhi per guardare
questa febbre che la tua carne fa tremare
A te, che chiedi da dove viene
questa colpa circoncisa al tuo pene

Tu, che non sai la condanna passeggera
di chi scorre distratto un Cronaca Vera
Tu, che non hai l'istinto autoassolutore
di chi schiude rapito un Le Ore 
Tu, esiliato dall'umana consorteria,
condannato alla sola via
di ritorno a ciò 
che nominare non so

Lì, al cuore d'un arcano, 
arcaico pulsare 
Che in te, è 
violenta nostalgia
Che in me, perché 
si fa pedofilia?


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