6.4.11

LA STAGIONE

Sei tu la mia stagione 
d'ogni più ingenuo magone.
Dal sonno di stanca ragione
l'eterno risveglio d'illusione.

Sei tu mia primavera:
terra fertile, straniera.
Ti attraverso clandestino
ancora solo nel cammino
di ritorno al volto paterno 
avvolto in un lontano inverno.

Ancora figlio, solo invocante 
una voce grave, rassicurante.

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