29.4.10

L'ODORE DELL'AFRICA

E'

Nei muti pianoforti
a custodire il mare
Dalla gabbia Art déco
di superattici condonati

Negli zeri lasciati in bianco
tra dita scheletriche
Di chi ha nutrito i sogni
dove muoiono di fame


Come

Nelle foci infernali di Nigeria

Nei freddi grilletti dei bambini di guerra

Negli zigomi taglienti
di giovani diamanti
Attraversarci lo shopping
in silenzio feroce
Di chi non spera,
vuole.

3 commenti:

Mafaldanellarete ha detto...

non mi ricordo chi, forse anna achmatova boh, sono ignorante, diceva che se ti piace ceckov non ti puo piacere la poesia. Premesso che chekov mi piace un sacco e che ho preso l'achmatova (o forse era la svetaeva - non so - qualcuno mi aiuti) alla lettera, sono rimasta convinta per anni di non essere fatta per la poesia. Anzi, che la poesia non facesse per me. Invece dovrei almeno provare a ricredermi.
Tutto questo per dire....a te piace chekov per caso?
(lo so... non sta bene commentare i blog il venerdì sera CHIEDO VENIA)

Alessandro Vichi ha detto...

Confesso non senza discreti complessi di inferiorità letteraria - cosa vuoi, l'estrazione piccolo borghese è quella che è - di non aver mai incontrato alcun russo all'infuori del Fiodor di "Delitto e castigo": straordinario quanto impegnativo per il sottoscritto (anche non in cirillico). Dunque, sarà per questo che sono un grande poeta? (...risata isterica)
Ma, tornando a Cechov, e ai miei complessi di borghese piccolo piccolo, senti un po' che ne diceva uno che pure non veniva dai collegi svizzeri...

"Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l'ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del nostro corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e, creature di sangue caldo e nervi, come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita."

Raymond Carver

Mafaldanellarete ha detto...

Beh a quanto pare l'estrazione è la stessa per tutti (chekov compreso - suo nonno era servo della gleba e le mazzate che si è preso il progenitore si sono tramandate di generazione in generazione - come il disordine piu o meno)
Il "piccolo passo in avanti" di carver l'ho compiuto poche volte nella vita, ma li ho tutti bene impressi nella memoria. Davvero leggere può rendere le persone migliori.
(lo so, a volte mi faccio paura da sola)