27.4.09

In carozza!

"Per fare arrivare i treni in orario però, se vogliamo... mica c'era bisogno di farlo capo del governo. Bastava farlo capostazione e i treni arrivavano uguale..."

Massimo Troisi - Le vie del Signore sono finite

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cofferati condannato dal giudice del lavoro «Offesa la libertà di scioperare»
Il pronunciamento contro l'ex leader della Cgil nell'ambito della vertenza che lo vede contrapposto ai lavoratori del Teatro Comunale per lo sciopero di marzo
Il sindaco si difende: «Doveroso atto di trasparenza»
Cofferati al Circo Massimo nel 2002

Cofferati al Circo Massimo nel 2002

Il sindaco Sergio Cofferati, nella sua qualità di presidente della Fondazione Teatro Comunale, è stato giudicato dal giudice Filippo Palladino, del Tribunale del lavoro di Bologna, colpevole di condotta antisindacale, in base all'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.

LA DIFESA - «Considero legittima l'affissione di quel comunicato». Il sindaco Sergio Cofferati difende la condotta del teatro Comunale e annuncia: «Faremo opposizione» alla decisione del tribunale del lavoro. Per il sindaco, quel comunicato, che ricordava «un articolo del codice civile per cui se non fosse potuta andare in scena la rappresentazione tutti i lavoratori avrebbero avuto la trattenuta» per sciopero, è stato un atto di «correttezza e trasparenza» nei confronti dei lavoratori del Comunale. Considerato soprattutto che, «a differenza di altri teatri italiani come la Scala», a Bologna quell'articolo avrebbe potuto essere applicato per la prima volta. Di qui, secondo il ragionamento di Cofferati, la necessità di informare i lavoratori. Per fare opposizione alla decisione del tribunale - «che non è un sentenza ma un provvedimento cautelare sospensivo», dice il sindaco - il teatro ha tempo 15 giorni.

I FATTI - Il 22 marzo, nella prima delle quattro giornate di sciopero dei lavoratori che misero ko la «Gazza ladra», sulla bacheca del teatro comparve un avviso. «C’era scritto — spiega l’avvocato della Fials-Cisal e della Fistel-Cisl, Renzo Cristiani — che nel caso di sciopero non sarebbero stati pagati nemmeno coloro che allo sciopero non aderivano: è come se in un’assemblea di lavoratori intervenisse l’imprenditore e si appellasse alle maestranze, è un atto intimidatorio». I sindacati della Fistel e della Fials si appellano così all’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, denunciando il sindaco Cofferati - l'uomo che nel 2002, da segretario generale della Cgil, portò tre milioni di lavoratori al Circo Massimo contro l’abolizione dell’articolo 18- per condotta antisindacale. La prima udienza davanti al giudice del Tribunale del lavoro si era svolta il 22 aprile scorso: oggi la decisione. Cofferati aveva sostenuto che a termini di statuto il responsabile non è il presidente della Fondazione, ma il sovrintendente, Mario Tutino. E che comunque in occasione di questi scioperi veniva violato da parte degli scioperanti uno dei principi cardine di una corretta lotta sindacale: e cioè che al danno inflitto al datore di lavoro con lo stop alle attività, corrispondesse un danno dei lavoratori, con la perdita della paga nelle ore di sciopero. Secondo Cofferati, in alcuni casi, in quel teatro era sufficiente che una sola categoria di dipendenti, magari gli addetti alle luci, alcune unità, bloccasse il lavoro di tutti.

LA DECISIONE - Quegli avvisi, si legge nella pronuncia del Tribunale, «in quanto effettuati preventivamente rispetto all’esercizio del diritto di sciopero, appaiono dotati di una oggettiva valenza dissuasiva, tale peraltro da ripercuotersi sull’esercizio futuro del diritto costituzionalmente tutelato». «Il comportamento del datore di lavoro appare idoneo ad arrecare offesa alla libertà di sciopero, a prescindere dall’elemento intenzionale». Perciò il giudice «dichiara che l’affissione degli avvisi» alla base della causa legale, «datati 21, 24 e 26 marzo 2009, costituisce comportamento antisindacale e ordina alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna di astenersi da tali comportamenti». Inoltre il Tribunale «condanna la parte convenuta alle spese di lite, liquidate in 1.300 euro per diritti e onorari», oltre a Iva e spese varie. È un fatto «significativo», e persino «triste», che «l’ex segretario generale della più grande organizzazione sindacale italiana sia stato condannato per comportamento sindacale lesivo del diritto di sciopero», commentano i rappresentanti dei lavoratori nell’illustrare ai giornalisti la sentenza.

REAZIONI - La condanna di Sergio Cofferati per comportamento anti-sindacale è «molto grave». Non si fa attendere la reazione del Pdl alla sentenza che vede coinvolto il primo cittadino di Bologna ed ex leader Cgil. «Con i nostri rappresentanti nel cda, già a suo tempo- dice il coordinatore e deputato bolognese del Pdl Fabio Garagnani a margine di una conferenza stampa- abbiamo espresso parecchie riserve sull’atteggiamento del sindaco nei confronti del personale e prossimamente usciremo con una nostra posizione ufficiale». Certo, prosegue l’azzurro, l’ex leader della Cgil «deve avere senso delle istituzioni e della realtà in cui è stato primo cittadino, però deve anche tener conto delle situazioni oggettive del mondo del lavoro». Situazioni, «che devono essere colte per come sono e non per come si vorrebbero: si sono configurate e stratificate nel tempo». Una «maggiore duttilità- conclude Garagnani- sarebbe stata utile e opportuna».


27 aprile 2009




stu cujone.

montelli, guazzalochiano di ferro

Anonimo ha detto...

E che in tempi non sospetti già lo malediceva - diamogliene atto al buon uomo!

Sor che dai tavolini di piazza verdi faceva il punto più sui culi che sull'amministrazione locale... qualunquista!