10.2.09

Compagni futuristi

In fatto di arte la mia competenza non va, ahimè, molto oltre il classico fico secco. Quanto a pittura poi, l'indole critica si nutre di timide (e bellamente ignorate) perplessità sulle "opere" che ciclicamente spuntano in casa dei miei. Ciò detto, in un'amatoriale disputa artistica tra amici, all'avventurosa uscita per cui il futurismo sarebbe nato a supporto del fascismo, financo l'esteta analfabeta che è in me avvertì puzza di abbruciaticcio. Fortunatamente ci fu chi si incaricò, strumenti ben più robusti dei miei alla mano, di smontare sul nascere l'orrida impalcatura. Che a parziale condono poteva trovare forse l'eccessivo zelo antifascista nonchè marxista, pensavo (a torto) fino a pochi giorni fa. Quando sull'Espresso si citava un certo Antonio Gramsci che da un articolo sull'Ordine nuovo del '21: i futuristi «hanno avuto la concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista» che l'epoca che si sta vivendo è «l'epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa» ed essa deve esprimere «nuove forme di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio». E ancora «l'adesione al fascismo di Marinetti, tragicamente grottesco con la feluca di accademico d'Italia, gettò un'ombra sinistra sull'intero movimento, ma a un secolo di distanza conviene separare il grano dal loglio».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

solo per rammaricarmi di non aver partecipato a questa discussione.

rbl
futurista (in parte)

Anonimo ha detto...

Caro Robbiello futurista, ed io che ti ricordavo tra i più accaniti retori della disputa! Mamma mia la vecchiaia che brutti tiri giuoca! (A me o a te...?)

Sor onanista (in toto)