8.6.07

Napule è 'na carta sporca


Gli ultimi dati pubblicati dall'Organizzazione mondiale della sanità riguardo la Campania parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro. Pancreas, polmoni, dotti biliari più del 12 per cento rispetto alla media nazionale.
E le donne le più colpite.
L'80 % delle malformazioni fetali in più rispetto alla media nazionale. È un dato che prende allo stomaco, che quando lo ascoltano le madri è come se maledissero di aver concepito il bambino nella loro terra.
Napoli e la Campania ciclicamente si gonfiano di tonnellate di spazzatura. Però nessuno sembra comprendere cosa accade e cosa vi sia dietro, se non una generica e cronica incapacità politica a gestire il problema.

Non esiste soluzione di continuità tra la questione dei rifiuti e la camorra. Negli anni '90 Nunzio Perrella, ex uomo del clan Puccinelli, quando decise di pentirsi disse ai pm: "Dottore, ma quella la munnezza è oro". Così iniziò a raccontare di un business capace di mettere in ombra quello della cocaina. I giudici non gli credevano. Temevano volesse occultare il narcotraffico, ma Perrella iniziò a parlare dei veri principi della spazzatura, i Casalesi. Il sodalizio di Francesco "Sandokan" Schiavone, Francesco Bidognetti "Cicciotto di Mezzanotte", che assieme ai La Torre di Mondragone e i Mallardo di Giugliano rappresentano forse il polo imprenditoriale per la raccolta e lo smaltimento rifiuti ordinari e speciali più organizzato e potente d'Italia.
Il vero ministro dei rifiuti della camorra oggi è Antonio Iovine detto "O' Ninno", latitante da dieci anni, capoclan di San Cipriano d'Aversa.

La scelta di trafficare in rifiuti espone a minori rischi di natura penale, poiché i reati connessi alla raccolta, al trasporto e allo smaltimento illegali spesso sono soggetti a prescrizione.
Ma la spazzatura di Napoli non è la spazzatura di Napoli. Le discariche campane non sono state intasate solo dai rifiuti solidi urbani campani, ma sono state occupate, invase, colmate dai rifiuti speciali e ordinari di tutto il Paese, dislocati dalle rotte gestite dei clan. La spazzatura napoletana appartiene all'intero Paese nella misura in cui per più di trent'anni rifiuti di ogni tipo - tossici, ospedalieri, persino le ossa dei morti delle terre cimiteriali - sono stati smaltiti in Campania e più allargatamene nel Mezzogiorno.
I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprietà di un'azienda chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto compreso: un risparmio dell'80%.

L'emergenza è uno dei momenti in cui si guadagna di più. Quando si cumulano sacchetti, i bronchi dei cittadini si irritano, la benzina viene gettata sui bidoni per bruciarli, c'è necessità di risolvere subito per evitare epidemie gravi, non badando dove si smaltirà e i mezzi che lo faranno.
L'emergenza non è mai creata direttamente dai clan, il problema è che la politica degli ultimi anni non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti. In discarica dovrebbe andare pochissimo, quando nelle discariche finisce tutto, la discarica si intasa. Quando non si è arrivati a costruire termovalorizzatori, dando garanzie alle popolazioni, quando non si è arrivati a una seria raccolta differenziata, a una battaglia reale contro le imprese di rifiuti vicini ai clan, non si è arrivati a far nulla.
In pochi anni sono stati accumulati 4,3 milioni di tonnellate di ecoballe -
il combustibile solido triturato ottenuto trattando i rifiuti solidi urbani - una fila infinita che unisce i comuni di Giuliano e Villa Literno.
Si è poi scoperto che non sono state impacchettate a norma, quindi non potranno mai più essere smaltite - posto che ci vorrebbe un quarto di secolo per tentare di farlo - così lo Stato continuerà a pagare alla camorra il fitto delle terre.
Il contratto di locazione con la società Fibe è stato stipulato dalla precedente giunta regionale di centrodestra. Oggi sulla Fibe ci sono indagini della Procura e sono imputati i vertici della società.

Cipriano Chianese,
accusato di concorso esterno in associazione camorristica ed estorsione, aveva gestito per anni la Setri, società specializzata nel trasporto di rifiuti speciali dall'estero: da ogni parte d'Europa trasferiva rifiuti a Giugliano-Villaricca, senza l'autorizzazione dalla Regione, ma con l'autorizzazione del clan dei Casalesi. Al centro dell'inchiesta la gestione di due discariche abusive di proprietà della Resit e acquisite dal Commissariato di governo durante l'emergenza rifiuti del 2003.

La storia di Chianese si inanella con un'inchiesta, la Adelphi, del 1993 che mostrò che la massoneria aveva necessità dei contatti con la Campania e con i Casalesi, perché bisognava trovare con urgenza agli imprenditori del Centro-nord un modo di risparmiare sugli sversamenti dei rifiuti. Nell'inchiesta che vede come uno dei maggiori imputati Licio Gelli c'è anche il nipote del boss Francesco Bidognetti, Gaetano Cerci, che viene fermato proprio fuori la villa del maestro venerabile. I massoni delle logge toscane assieme a boss casalesi e imprenditori aversani facevano affari da migliaia di miliardi di lire.

Negli anni 2000 si nota un cambiamento nelle dialettiche dei rifiuti quando passano dall'area del centrodestra al centrosinistra importanti imprenditori di Casal di Principe. I fratelli Sergio e Michele Orsi e Nicola Ferraro. I primi passano dal centrodestra ai Ds;
il secondo, nipote di Pietropaolo Ferraiuolo, vicepresidente del consiglio regionale di Forza Italia, diviene l'unico consigliere regionale Udeur eletto nel collegio della provincia di Caserta con oltre 13 mila voti.

Il consorzio privato-pubblico rappresenta il sistema ideale per aggirare tutti i meccanismi di controllo. La creazione delle società miste non doveva servire ad attribuire direttamente gli appalti, doveva essere un mezzo per far abbassare i prezzi e per rendere il servizio migliore. Nella pratica è servito a creare situazioni di monopolio sulla scelta di imprenditori spesso vicini alla camorra. La ragione del consorzio nasce perché più comuni che si mettono insieme possono spuntare prezzi migliori e fare raccolta differenziata a livelli maggiori. Ma questo bisognava farlo col rispetto delle regole. In breve accade che il Consorzio di enti pubblici CE4 acquista per una cifra enorme e gonfiata (circa 9 milioni di euro) attraverso fatturazioni false la società di raccolta ECO4. I privati tengono per sé gli utili e scaricano sul Consorzio le perdite.

Claudio De Biasio, subcommissario per l'emergenza rifiuti in Campania, che in una telefonata gli Orsi definiscono "un uomo nostro" da mettere al commissariato rifiuti.
Giuseppe Valente, uomo di Forza Italia e presidente del Ce4 fino al commissariamento del consorzio, alla fine del luglio 2006: nell'inchiesta della Procura di Napoli ci sono decine di intercettazioni dove Valente dà ordini agli Orsi su come gestire le attività.

I fratelli Orsi arrivarono persino alla segreteria nazionale di Rc, offrendosi come finanziatori di iniziative di partito e disponibili a sostenere campagne elettorali. A fermarli fu Francesco Forgione che comprese subito il loro intento.
Bussano allora alla sede di Orta di Atella. L'ex sindaco è il diessino Angelo Brancaccio, ora agli arresti domiciliari. Le accuse sono molteplici: si va dal peculato alla corruzione, dal favoreggiamento alla truffa, dall'estorsione alla rivelazione di atti coperti da segreto d'ufficio. Brancaccio è attuale consigliere regionale campano dei Ds, nonché segretario dell'ufficio di Presidenza della Regione Campania.
Il collaboratore di giustizia Gianfranco Mancaniello racconta una riunione tra i boss che avevano ricevuto la proposta da alcuni imprenditori del Nordest di "risolvere" alcune tonnellate di rifiuti tossici. Un affiliato gli ricorda: "Ma noi così contaminiamo le falde acquifere"; e il boss senza pensarci un momento risponde: "E a noi che ce ne importa, tanto beviamo l'acqua minerale".

La storia dei rifiuti è la storia degli affari veri, dei boss imprenditori, degli imprenditori in grado di non porsi altro limite che il profitto, della politica terrorizzata o determinata, delle rivolte contro i camion, dei bimbi deformi, dei silenzi comprati e di un intero Paese che sversa i suoi rifiuti a Sud e che dal Sud prende risorse.



Roberto Saviano, L'Espresso

7 commenti:

Unknown ha detto...

La fica diocane, quandocazzo mi tratti la fica eh? Mettimi dù pocce, dù boracce, un buco di culo ben tornito ecche cazzo!
Il nostro amico blogger continua a darsi arie da intellettuale, lui, l'impegnatone....ma se ti fai 3 (tre) sege al giorno dai!

Sor Vichi ha detto...

A parte che sono su una media di 4.1!
Gradirei un po' più di precisione, prego.
Per il resto.. "Colombo? A Las Vegas ci vai l'anno prossimo pe' conto tuo!" (Don Buro)

Sor Vichi ha detto...

Per le pocce siete pregati di rivolgervi al Montelli e/o Cirello: che forse loro ancora se le ricordano nelle loro reali fattezze...Grazie.

Anonimo ha detto...

ahuahuhauahuahuhauhauaha

nanogay


montelli

Anonimo ha detto...

penso sia giunto il momento di ragionare a bocce ferme.
cy

Sor Vichi ha detto...

Eh già, datosi anche che l'affare s'ingrossa.

Anonimo ha detto...

penso che non sia il luogo adatto per fare battutte su' bocce ecc.
qui' stiamo parlando di una regione italiana che é stata distrutta anche da gente come voi menefreghisti e poco solidali...
sarete sicuramente del nord , la vera munezz siete voi ...
salvaguardiamo la campania