14.5.07

Gomorra: Osanna e Crucifige


"L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione."

Pier Paolo Pasolini,
Poesia in forma di rosa








Pare che nuovo sport nazionale sia diventato il tiro al Saviano.
Roberto Saviano, ovviamente, l'autore di Gomorra.

A leggere in giro, gli viene rinfacciato di tutto.
Max Stèfani e Massimo Del Papa dalle pagine del Mucchio Selvaggio lo accusavano di essere "(...) uno che si è inguaiato da solo. Adesso piagnucola, dice che se tornasse indietro Gomorra non lo riscriverebbe, perché il mondo è tanto cattivo e l'editore pure. Guarda caso, si chiama Berlusconi. Ammazza quanti coglioni ha questo Saviano. Appena parte già si ferma."

Accuse che, bizzarramente, si trovano nella stessa pagina in cui Riccardo Orioles segnala il link a un sito di solidarietà nei confronti di Saviano (che diventa Sergio, per altro) e nello stesso numero in cui due pagine sono dedicate a Gomorra in tono più che elogiativo da Gianluca Veltri.
Come si fa a scrivere cose del genere su un ragazzo di 27 anni che si trova dall'oggi al domani costretto a vivere con due agenti di scorta, impossibilitato a muoversi liberamente, di fatto messo nell'impossibilità di proseguire nel suo lavoro, che prevedeva non solo la documentazione attraverso i documenti ufficiali ma anche il lavoro sul campo? Come si fa a essere così meschini da tirare in ballo, davanti a una cosa del genere, l'annosa questione di Mondadori?
Ma l'aspetto ancora più avvilente di tutta la faccenda, di tutto quello che è seguito alla trasformazione di Saviano in iper-personaggio mediatico (indubbio che l'ufficio stampa Mondadori abbia fatto un lavoro incredibile, nel bene e nel male) è che il libro sia svanito nel nulla.
Non fisicamente, è chiaro. Gomorra è ben visibile in libreria e continua a vendere.
Ma è scomparso dalla discussione. O, se ci entra, è solo come ulteriore strumento di demolizione di Saviano.
Una critica assurda, per tutte, avanzata anche da Del Papa: "Gomorra racconta cose che sono tutte già nei rapporti dell'Antimafia."
Beh, vorrei vedere che non lo facesse, visto che il suo scopo è quello di descrivere una situazione reale. Ma agli invidiosi non importa. "Ah, ma queste cose le ha già raccontate Tizio, Caio, le ho già scritte io e nessuno mi aveva cagato".
Un'invidia assurda, perché se davvero ritieni importante scrivere contro la mafia, dovresti essere contento se quello che tu hai cercato di dire senza raggiungere nessuno adesso invece viene ascoltato.

Poi ci sono quelli che "Sì, ma un sacco di cose se le inventa, perché non è possibile che sia sempre dappertutto."
In effetti, Gomorra è un libro di difficile catalogazione. Saviano lo scrive tutto in prima persona, in una forma fortemente narrativa. Ma la prima persona non significa che chi parla sia il Roberto Saviano anagrafico. Quello che esiste nel mondo reale.
A volte sì, è chiaro. Altre volte, il narratore usa la prima persona per dare più forza al racconto, a fatti che qualcuno gli ha riferito.

Gomorra non è un romanzo. E non è nemmeno un saggio. Sta a metà tra le due cose.
Una cosa molto interessante, di cui parlare. Sicuramente più che giocare al tiro al piccione con Saviano, che invece paga un doppio peccato capitale (almeno per gli standard italiani): essere giovane e avere raccontato in modo accattivante cose enormi spesso ignorate o, peggio ancora, rimosse.
Gomorra non è solo un libro su Napoli. Gomorra spiega come la camorra, "il Sistema", sia una struttura economica e di potere che agisce ovunque. A Napoli ci può essere il cuore sporco, i ragazzini con la pistola, quelli che testano i tagli di eroina sui tossici. Ma i tentacoli, puliti quanto basta per non schifare troppo un paese ormai cristallizato nella "più strana indifferenza" pasoliniana, arrivano ovunque.
Ma, di nuovo, di questo non si parla.
Perché per farlo si dovrebbe leggere il libro. E leggere costa fatica.
Aprire la bocca, appoggiare le dita sulla tastiera e sparare cazzate è più semplice.
E meno faticoso.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

"Robbe', cos'è un uomo senza laurea e con la pistola?"
"Uno stronzo con la pistola."
"Bravo. Cos'è un uomo con la laurea e senza pistola?"
"Uno stronzo con la laurea..."
"Bravo. Cos'è un uomo con la laurea e con la pistola?"
"Un uomo, papà!"
"Bravo Robertino!"
(Roberto Saviano, Gomorra, pag. 187)
cy

Sor Vichi ha detto...

Ciao Cirelooo!!
E' arrivato un bastimento carico carico di...badanti!?
Allò, com'era l'est?
Bianchennero anni '60?

P.S.

E se invece un uomo con la pistola ne incontra uno con il fucile?

Anonimo ha detto...

Beh, mi sembra piuttosto ovvio che quello con la pistola sia un uomo morto, ma il problema vero è se l'uomo col ficile incontra una donna col pisello...

Anonimo ha detto...

dipende dal pisello....io se incontro eva robins ddu botte gle le darebbi

montelli

Sor Vichi ha detto...

Il solito qualunquista...

Anonimo ha detto...

e tu che pensi al raviolo cosa sei??nazinsta?!

montelli

Sor Vichi ha detto...

Don Buro, c'è il Peo Colombo che mi da noia!!

Anonimo ha detto...

"Colombo! Non fa il malandrino! Ho detto...tsk tsk.."