Ho
preferito questo titolo-citazione da un Giorgio Bocca d'annata, ad un più brillante – almeno, in superficie – Siamo tutti Kouachi; per
la banale ragione che, benché misconosciuto o snobbato, questo mio
spazio rimane pubblico. Dunque perseguibile per Legge – di Dio e
dell’uomo. Oh, niente da dire! Forte la libertà
di opinione! Ma io, senza la mia paura, non mi fido affatto!
Parto
dalla coda, anzi, dal fondoschiena, della vicenda che ci sta intrattenendo e distraendo in questi ultimi giorni. Ossia dalla nota notizia per cui la dux di certe destrorse canaglie alla ribalta (tra l’altro, dov'erano
quei milioni di manifestanti
parigini, mentre la Le Pen andava ritagliandosi il ruolo in cui si crogiola adesso?) reclama, con più scaltrezza e meno ipocrisia di altri, un'adunata alle urne per la reintroduzione della pena di morte – articolo della legge del Taglione che, del
resto, alla democratica, antifascista, resistente Francia, era
familiare sino all’altro ieri. Che dire…
tastare, a riguardo, il polso dei moderni sudditi (per poi, magari,
armargli il
braccio) è al tempo stesso una mascalzonata ed un mirabile calcolo
elettorale. Io, non aggiungo niente di nuovo, in questo senso. Solo,
controproporrei, già che ci sono, un referendum sulla pena di vita. Perché, da carogne
quali siam
tutti (a tassi variabili, per carità! Evviva la diversità!), non è mai
facile
vivere – per quanto ci s’impegni a rendere sempre più difficile la vita
al
prossimo.
Proseguo
ringraziando il popolo di Francia per la sua bella iniziativa dell’altro
giorno. Mi ha ridato, infatti, una (effimera?) voglia di scrivere
qualcosa qui, qualcosa che non sia soltanto memorandum privatissimo ma pure, fuor di
retorica da catechesi, condivisione. E mi ha ridato inoltre una voglia (sfrenata, a tratti…) di tenermi stretta la mia tanto
bistrattata cittadinanza italiana. Sì, l’Italia… quella omertosa del Fascismo,
della Mafia o della Dc (e scusate la ripetizione!)… quella isterica e vanesia
degli intellettualini di regime… quella prona dei Prodi e dei Monti… quella
arrivista e ciarlatana dei Silvio e dei Matteo… Un Paese dove non ci si sarebbe
mai mobilitati in milioni per un attentato; un Paese dove, di fatto, non ci si è mai
mobilitati in milioni per gli attentati (ai milanesi del 12 dicembre o ai
bolognesi del 2 agosto, sarebbe bastato un cantuccio di quel centro di Parigi
ammirato ieri a reti unificate)… Un Paese indifferente, e dunque, per una
volta, insospettabilmente più civile di un altro sempre preso a
modello, in quell'oltralpe dove ci si dà appuntamento per
sbandierare un tricolore ed un’identità comuni, fingendo o sforzandosi di non
vedere il
sangue ‘democratico’ che sbrodola giù, per i rivoli della Storia
moderna, fin
dal 1789. Ma, in fondo, che gliene importa a questi esemplari gruppetti
di parenti e amici? Perché rinunciare ad una tonificante passeggiatina
per le vie di una delle città più care al mondo e del mondo? Perché
starsene in casa a leggere, studiare, cercare di capire? Alla ricerca
del
tempo perduto, sprecato… alla ricerca di un'etimologia maggiormente
compiuta e onesta di Stato e
Religione, due delle più longeve, robuste, efficienti forme di
istituzionalizzazione della porzione variabile di Male che fa
marcire
l’anima d'ogni essere umano? Perché non testimoniare così, in aureo
silenzio e pudico raccoglimento, il valore della vita – di ogni essere,
non solo umano… ma
questo, a chi frega?! Perché non coltivare il dubbio, il sospetto sano –
che
è ben altro dalla febbre complottista –, senza smania di darsi, o farsi
dare,
risposte? Per tanti motivi… ognuno si trovi pure quelli a sé più vicini.
Tra questi, ne suggerirei timidamente uno… Perché essere tutti Charlie Hebdo per un giorno, non dispensa, ahimè, dall’essere altro per il resto dei propri giorni. Non basta mica una militanza da villeggianti, per arrestare la marcescenza
ch’è in noi. Noi terroristi.
1 commento:
Ohilà!
Cazzeggiando sul web mi riaffaccio pure qui, come mi riaffacciai sugli Orleschi lidi qualche tempo fa.
Tutte le cazzate che si sentono in tv mi fanno un pochino girare le palle a me e alle mie lunghe frequentazioni che vanno dalla liberale Albione all'intransigente terra d'Africa....
La voglia di semplificare realtà che non si conoscono sbrodola da tutti i talk show e giornali, spesso scritti da opinionisti che si e no parlano l'Italiano, e magari si crogiolano pure nel loro piccolo mondo da cultura liceale, figurati se conoscono realtà estere.
I terroristi sono criminali...ma cazzo la storia è più complessa di questo.
Segnalo una follia scritta da mio fratello sull'Huffington Post che, in maniera contorta ma inaspettata, mi trova d'accordo.
http://www.huffingtonpost.com/igor-cherstich/charlie-secular-culture-a_b_6508328.html
P.S.
Non sono un robot, sono solo Cherlo.
E di certo non sono Charlie Hebdo
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