11.6.13

Vite parallele

"Si possono sempre prendere appunti, si può cercare di allineare delle frasi, gli aveva detto Houellebecq parlando della sua carriera di romanziere; ma per lanciarsi nella scrittura di un romanzo bisogna aspettare che tutto ciò divenga compatto, irrefutabile; bisogna attendere l'apparizione di un autentico nucleo di necessità. 
Non è mai l'autore a decidere la scrittura di un libro." 

(da La carta e il territorio)


Infinite sono le ragioni per cui s'inizia a scrivere; mestamente più limitate quelle per cui si finisce. Quante parole io avrei scelto diversamente, omesso, aggiunto, se solo fossi stato un altro, allora, nell'atto di scriverle: un altro simile a quello che sono adesso, ad esempio. Ringrazio che non sia andata così, perché non sarei giunto al termine di niente, all'infuori di un'inutile consunzione fisica e mentale, operata di concerto dall'insicurezza e dal compiacimento.

2 commenti:

Orazio ha detto...

Indagherò su questo post....

Anonimo ha detto...

A Kojac nun glie sfugge n'cacchio!
(In che senso indagherai? Non mi farai acquisti avventati, eh?!
Fermo lì che te lo do io il promemoria!)

Vilco Censor