15.5.13

NOI NO

Noi, sogni di poeti.



A te
che quella mattina, in classe,
forse tremavi già per gli esami.
A te
che tra disagio e pena sapevi
di esistere in questi soli pensieri.

Quel giorno in cui vagai
nelle vie vuote del tuo quartiere.
Piccole vecchie case
ancora chiuse, quasi estate;
una finestra e due adulti: noi,
come se avremmo mai condiviso
anche uno scorcio d’orizzonte, di sorte.

Eppur quanto vi avevo indugiato…
senza vergogna romanzato
vederti grande negli stessi luoghi
in cui avevi dovuto essere piccola.

Ma ormai sapevo,
e allontanavo quella verità
buona soltanto per la realtà.
Non lì o con me
era la tua speranza,
quanto di diritto maturare
prima di poter emigrare;
lasciando solo un saluto
senza voltarti, ricordare.

Così comprai qualcosa
nella polverosa pasticceria
che non divenne nostra,
sarebbe rimasta mia
- una pasta la domenica mattina,
il gelato quando fa sera,
le dita bollenti mentre fuori gela.

Con quel sacchetto in mano,
l'apprensione di non sciuparlo,
io salutai la tua strada, la casa, il cielo
che ancora lasciava confondersi nel mare.
Per ritrovarmi davanti alla scuola,
quel povero pensiero tra le mani stretto,
quel lieve addio in fondo al petto,
cercando i tuoi nel vuoto di tanti occhi.

Oggi, a scriverle,
è solo un ricordo,
com’è il rammarico
di non aver avuto allora
queste o altre parole.
Similmente a Dio, non trovare
porta a credere, invocare.
E in quel tempo io credevo
nelle parole che non avevo.

Ora so che tutto ciò
rimasto in me, soffocato,
non tacque invano, non fu peccato:
non c'erano parole
che le nostre vite avrebbero cambiato.

Perché se vero
che le parole sono tutto quel che abbiamo,
raramente quel tutto colma questo niente.




A V.
e i capelli che potei sfiorare su quell'ultimo bus,
sospeso tra pregare non ti svegliassi e sperare non dormissi

3 commenti:

Orazio ha detto...

Ho visto nella mente ogni momento prima ancora di sapere (ma lo sapevo) a chi si riferisse.

Uno che abitava nella strada parallela.

Anonimo ha detto...

Eh eh... sulla quale qualcun altro mezzo si scrociò (a mò di mezza letta), proprio mentre Maria stava per sgravare... questo Cristo che si immola!

Vilco che a volte si sdà

Anonimo ha detto...

(Quanto ad ogni momento... CHE ERO SEMPRE IO!)

Vilco cinquantenne (dunque gradito a Taglieri?! Ahi ahi...)