26.4.13

Marx è morto

L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto


"E bravo Beppe, che ha reso l'Italia ingovernabile... da un B. senza l'altro. Ora non gli resta che darsi la mano, sfidandoci così a distinguerli."
Con queste parole, due mesi esatti fa, commentavo il risultato elettorale delle ultime politiche. Ripropongo quanto già scritto non (solo) per un patologico cortocircuito di autoreferenzialità vanagloriosa, bensì per precisare (a beneficio di chi, sinceramente non saprei) la ragione prima del mio voto ai grillini, 5 stelle, ortotteri o cittadini che dir preferiate. Del programma me ne fregava e continua a fregarmene molto meno che della storica possibilità di mettere la sedicente Sinistra non certo di fronte alle proprie reponsabilità (bella parola, Bersani! L'avevi scelta per la resa fonetica?) ma, piuttosto, di fronte al proprio elettorato. Alla parte onesta e non conventicolare che, non fosse altro che per quei due o tre che conosco personalmente, credo esista ancora; ed alla quale suggerirei, timidamente, un bell'esame di coscienza da accompagnarsi ai tanto puntuali quanto, ossimoricamente, tardivi crucifige. L'ho detto e lo ripeto (portate pazienza, con un simile insediamento alle porte ed un presidente Arieccolo sulle spalle, uno deve pur sfogarsi): per quanto mi riguarda, darei il mio intero reddito di cittadinanza per vederli tutti in galera. Ladri e mafiosi (odiosi, per quanto demodé sia), insieme con i loro pali e tirapiedi (patetici, per quanto poco consolatorio). 

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