19.4.11

BALLATA DEI PADRI

Guarda 
questi uomini,
questi vecchi bambini.
Guardali al fianco dei loro nuovi bambini.

Guardali ora 
che un residuo pudore, forse, 
li coglie nudi in questa luce nuova, 
questa luce di primavera, il suo nudo odore.

Guarda 
quell'impacciata estraneità,
quel disperato cameratismo,
quell'impotente insofferenza

Di chi non ha mai scelto,
di chi ha scelto più debolmente
o solo meno tempestivamente di lei.
Lei che può non scegliere, lei che ha l'istinto: 
istinto animale che preserva dall'accidia, se non dal male. 

E tu cosa sei, lo sai? 
Sei un padre? Lo sarai mai?
E come, sarai? 
Simile o diverso? Conservazione o contrappasso
di ciò che un tuo simile è stato?

Ciò che un tuo simile ha dovuto, senza tempo né forza di scelta, forse, 
essere per te. 


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