5.1.10

Non dormo. Vedo una strada, un boschetto,
che sul mio cuore come un’ansia preme;
dove si andava, per star soli e insieme,
io e un altro ragazzetto.

Era la Pasqua; i riti lunghi e strani
dei vecchi. E se non mi volesse bene
pensavo e non venisse più domani?
E domani non venne. Fu un dolore,
uno spasimo verso la sera;
che un’amicizia (seppi poi) non era,
era quello un amore;

il primo; e quale e che felicità
n’ebbi, tra i colli e il mare di Trieste.
Ma perché non dormire, oggi, con queste
storie di, credo, quindici anni fa?


Umberto Saba - Un ricordo



5 commenti:

Anonimo ha detto...

purificato dall'illusione del nuovo anno torno a scrivere su questi luoghi.
continua la tua gratuita ricerca di nuovi voci poetiche, noi (o io) ne faremo tesoro.

rbl '10

Cherlo ha detto...

io invece no.
P.s.
Secondo Giorno!

Anonimo ha detto...

CHE TE NE FREGA, LO PUOI FA'!

Anonimo ha detto...

eccoci nel 2010 esimio bloggaro citazionista. buon anno bloggifero allora, sperando sempre che la ciucc' abbondi.
cy

Anonimo ha detto...

Vedo che siamo in vena di utopie, caro collega. E sia! Buona ciuccia 2010 anche a lei!

Sor praticando una gincana