17.8.07

Falsificazioni pericolose e falsificazioni faziose


Fazioso come neppure nella miglior tradizione della Casa delle libertà,
l'articolo di Ichino sul Corriere della sera del 14 agosto scorso.
Con la sua raffazzonata ed intellettualmente (lì sì) terroristica equazione:
critici della riforma Biagi = neobrigatisti. Dietrologia d'accatto su un omicidio destinato, per peculiare fumosità, ad arricchire il nostrano libro nero dei segreti di Stato.
Sul contraddittorio di merito, invece, lascerei la parola alle righe, gentilmente segnalate dall'esimio avvocando di Carlo, a firma Mauro Gallegati.

" Negli ultimi 10 anni sono stati creati più di 2 milioni di posti di lavoro, soprattutto grazie al forte incremento dei contratti temporanei e dalla regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Nella postfazione agli Schiavi Moderni viene fatto rilevare come il ricorso a contratti temporanei o a impieghi part-time abbia “diluito” l’occupazione. Se è infatti aumentato il numero degli occupati, la produzione totale non ha seguito un andamento analogo: si è prodotto lo stesso livello di PIL con un uguale volume di lavoro. Il numero di occupati è aumentato solo perché due lavoratori a termine con un contratto di 6 mesi equivalgono ad un lavoratore su base annua. E siccome il costo per l’impresa di 2 lavoratori a termine è inferiore al costo di 1 a tempo indeterminato… (state tranquilli: non mancherà qualcuno che vorrà farci credere che la persona a cui viene rinnovato un contratto semestrale sarà in fondo contenta del protrarsi di questa precarietà).
Se i contratti di lavoro atipici rappresentano meno del 15% dell’occupazione totale, il 30% dei giovani hanno un contratto di lavoro dipendente in forme atipiche. Il valore è tre volte superiore rispetto alle altre classi d’età e questo ci avverte che i “nuovi” impieghi sono prevalentemente atipici mentre un’analisi del livello d’istruzione presenta risultati sorprendenti: l’incidenza dell’atipicità è superiore per i laureati.
Infine i dati sulla cosiddetta “trappola della precarietà”, cioè il passaggio mancato da lavori precari a stabili: dati ISTAT ci informano che oltre il 55% dei lavoratori atipici ha mantenuto un contratto “atipico” (lavori svolti prevalentemente da lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996).
La legge Biagi ha cercato di regolamentare il lavoro atipico e, tra l’altro, di disciplinare il fenomeno dei co.co.pro. (ex co.co.co.) nell’intento di restringerne l’uso, se utilizzato come strumento per sottrarsi alla legislazione di tutela del lavoro.
Di fatto però, senza interventi pubblici a tutela del lavoratore atipico, ci si è ancora una volta ridotti ad ampliare le alternative dell’imprenditore privato nell’impiegare lavoro, che ora dispone di tipologie contrattuali, diverse dal tempo pieno e per una durata indeterminata: lavoro a tempo parziale, determinato, intermittente e ripartito. Di fatto, viene ampliata la discrezionalità dell’imprenditore nell’assumere lavoro mentre nulla si muove per tutelare i diritti dei lavoratori.
Se non interverranno cambiamenti significativi dei tassi di trasformazione verso lavori non precari, né i necessari aumenti di occupazione “reale”, il nuovo mercato del lavoro non sarà capace di mantenere il sistema nel suo complesso (risparmi, sanità, previdenza e stato sociale).
E di tutto ciò faremmo volentieri a meno. "

2 commenti:

Anonimo ha detto...

credo che l'italia sia l'unico paese con così tanta censura..
la discussione in realtà non esiste, perchè immediatamente chi si esprime in modo (spesso leggermente) differente, viene subito criminalizzato ("senza se e senza ma")

la cosa ha dell'incredibile, ma sappiamo di poter ringraziare "illuminismo" (..) e rivoluzione francese.

almeno il nemico
era nemico (da combattere, abbattere)..no una me*da, divoratore di creature..

Anonimo ha detto...

[ascolto casualmente 'cocody rock'..]