28.4.13

Pensieri e parole possono cambiare il mondo, o crearlo.

Quanto mi manchi, Gian Maria... Quanto mi manca il tuo coraggio, quel tuo non avvertire, apparentemente, la nostra comune, volgare paura quotidiana. O comunque non cedere ai suoi ricatti. E chissà quanto devi mancare ai tanti compagni. Che possano tornare a meritare la tua memoria. E tu, dovunque ti trovi, a guardarli senza vergognartene.

26.4.13

Marx è morto

L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto


"E bravo Beppe, che ha reso l'Italia ingovernabile... da un B. senza l'altro. Ora non gli resta che darsi la mano, sfidandoci così a distinguerli."
Con queste parole, due mesi esatti fa, commentavo il risultato elettorale delle ultime politiche. Ripropongo quanto già scritto non (solo) per un patologico cortocircuito di autoreferenzialità vanagloriosa, bensì per precisare (a beneficio di chi, sinceramente non saprei) la ragione prima del mio voto ai grillini, 5 stelle, ortotteri o cittadini che dir preferiate. Del programma me ne fregava e continua a fregarmene molto meno che della storica possibilità di mettere la sedicente Sinistra non certo di fronte alle proprie reponsabilità (bella parola, Bersani! L'avevi scelta per la resa fonetica?) ma, piuttosto, di fronte al proprio elettorato. Alla parte onesta e non conventicolare che, non fosse altro che per quei due o tre che conosco personalmente, credo esista ancora; ed alla quale suggerirei, timidamente, un bell'esame di coscienza da accompagnarsi ai tanto puntuali quanto, ossimoricamente, tardivi crucifige. L'ho detto e lo ripeto (portate pazienza, con un simile insediamento alle porte ed un presidente Arieccolo sulle spalle, uno deve pur sfogarsi): per quanto mi riguarda, darei il mio intero reddito di cittadinanza per vederli tutti in galera. Ladri e mafiosi (odiosi, per quanto demodé sia), insieme con i loro pali e tirapiedi (patetici, per quanto poco consolatorio). 

21.4.13

Ipse dixit

Caro direttore, Le scrivo per sgomberare – spero definitivamente – il campo da ogni ipotesi di ‘Napolitano bis’. Non è solo un problema di indisponibilità personale, facilmente intuibile, da me ribadita più volte pubblicamente. La mia è soprattutto una ferma e insuperabile contrarietà che deriva dal profondo convincimento istituzionale che il mandato (già di lunga durata) di Presidente della Repubblica, proprio per il suo carattere di massima garanzia costituzionale, non si presti a un rinnovo comunque motivato. Né tantomeno a una qualche anomala proroga.

(Pubblico, 28 settembre 2012)

17.4.13

16.4.13

Quirinarie

Gabanelli al Colle? Chissà che ne pensa Paolo Barnard...

http://polinux.altervista.org/polinux-post.php?tit=politica02-04-08